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23 Novembre 2021 - 07:30
La Smart inquadrata poche ore prima tra le vie di Chiaia.Omicidio di Antonio Natale, indagato Domenico Bervicato
NAPOLI. Un’auto sospetta sfreccia per la Torretta di Chiaia. È il 4 ottobre scorso e alla guida c’è il 20enne Domenico Bervicato, al suo fianco molto probabilmente l’amico Antonio Natale. Quest’ultimo, poche ore dopo, verrà assassinato a colpi di pistola e il suo cadavere abbandonato tra i campi della periferia di Caivano, dove verrà recuperato soltanto due settimane più tardi. Il giallo dell’atroce delitto sembra però finalmente essere arrivato a un primo punto di svolta: la macchina inquadrata quel giorno a Napoli, una Smart “For Four” rossa, è stata recuperata dai carabinieri nel quartiere Ponticelli, in viale Miranda, e la Procura antimafia ha disposto l’esecuzione di alcuni accertamenti tecnici irripetibili finalizzati all’individuazione di impronte digitali e di tracce ematiche e biologiche.
I colpi di scena non sono però finiti qui. Da domenica pomeriggio Domenico Bervicato è infatti il primo indagato per l’omicidio di Antonio Natale: l’avviso di garanzia gli è stato notificato in carcere, dove si trova ormai dalla settimana scorsa, quando è stato fermato con l’accusa di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti: un blitz scattato in extremis, non appena gli inquirenti che stanno lavorando al caso hanno appreso che il 20enne di Caivano era pronto a lasciare il Paese e aveva già acquistato un biglietto per l’Egitto. Intorno alla vicenda aleggia ancora il massimo riserbo, ma l’impressione è che il vaso di Pandora sia stato appena scoperchiato. Il cerchio intorno ai responsabili dell’omicidio di Natale potrebbe essere tutt’altro che chiuso e non è da escludere che al delitto abbiano preso parte anche altre persone: forse persino gli esecutori materiali sarebbero ancora da individuare. L’unico indagato, sul punto, non ha ad ogni modo fin qui profferito parola o fornito indicazioni. Raggiunto da un decreto di fermo emesso dalla Procura di Napoli Nord, martedì pomeriggio scorso era stato bloccato dalle forze dell’ordine il 20enne Domenico Bervicato.
L’accusa spiccata nei suoi confronti non era però ancora quella di omicidio: l’indagato doveva infatti rispondere di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Stando alle informazioni raccolte dagli investigatori che stanno lavorando al caso, Bervicato era in possesso di un biglietto aereo peruna nota meta turistica del Nord Africa: secondo i pm, il giovane avrebbe dunque potuto provare a far perdere le proprie tracce una volta partito da Napoli. La famiglia Bervicato, dal canto proprio, ha comunque sempre sostenuto la propria totale estraneità rispetto all’omicidio di Antonio Natale, tant’è che alcune settimane fa, quando sui social si era rapidamente sparsa la voce di una loro possibile responsabilità, si sono presentati spontaneamente in caserma per rendere alcune dichiarazioni, i cui contenuti sono stati poi ribaditi anche sui social: «Gli volevamo bene, abbiamo la coscienza pulita», affermavano nel corso di una diretta su Facebook. La morte di Antonio Natale resta però ancora avvolta nel mistero. Il ragazzo era scomparso il 4 ottobre, dopo essere andato con un amico a Napoli, dove avrebbe dovuto acquistare dei capi d’abbigliamento. Quella sera aveva comunicato alla madre di essere ancora con l’amico, lo stesso con cui aveva avuto un litigio pochi giorni prima e nel quale erano stati coinvolti anche un cugino e uno zio dell’altro. Da allora di Natale si erano perse le tracce. Fino al 18 ottobre, quando il suo cadavere è stato ritrovato dai carabinieri.
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