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24 Novembre 2021 - 07:00
Il reggente del clan fuori nonostante la condanna a dieci anni di reclusione.Il ras del Lotto G lascia il carcere: cessate le esigenze di custodia cautelare
NAPOLI. Il capo della Vanella Grassi torna di nuovo in libertà a pochi mesi dal suo ultimo arresto e il clan dei ribelli di Scampia e Secondigliano si ricompatta intorno al suo leader. Gaetano Angrisano, genero di Salvatore Petriccione, attualmente detenuto al regime del carcere duro, ritenuto a capo della Vanella Grassi insieme al cugino Alessio, era detenuto in Spagna in seguito all’arresto in esecuzione di mandato europeo nel quale era incapppato l’estate scorsa. Il difensore, l’avvocato Leopoldo Perone, ha ottenuto la revoca della misura cautelare e dunque l’inefficacia del Mae con immediata liberazione del giovane ras di Scampia. Arrestato nel 2014 con la contestazione di associazione mafiosa e traffico di stupefacenti, aveva visto la sua sentenza di condanna annullata dalla Cassazione e nel maggio del 2020 era tornato libero. Poi su ricorso del pm la Cassazione aveva nuovamente deciso per il suo arresto che era stato eseguito in Spagna a settembre scorso. Nel febbraio di quest’anno la Corte di appello, accogliendo richieste difensive, aveva escluso le numerose aggravanti contestate limitando la pena a soli 10 anni di reclusione.
Ora il nuovo colpo di scena: accogliendo le argomentazioni del difensore (studio associato Perone-Rizzo) la Corte d’appello ha nuovamente ritenute non più sussistenti le esigenze cautelari ed ha revocato la misura. Il suo principale accusatore è stato in passato Antonio Accurso, per anni capo indiscusso insieme al fratello Umberto del sanguinario clan della Vanella Grassi di Scampia. L’ex ras, oggi collaboratore di giustizia, non aveva esitato a inquadrarlo come il nuovo reggente del gruppo dei “Girati’ all’interno del lotto G. Gaetano Angrisano, all’epoca appena poco più che ventenne, nonostante la giovanissima età era dunque riuscito a guadagnarsi i galloni di ras tanto spregiudicato quanto abile nel trafficare armi e soprattutto droga. Ebbene, condannato a undici di reclusione ma con un processo d’appello ancora pendente, già nel maggio del 2020 il rampollo del “sistema” delle Vele era tornato clamorosamente di nuovo a piede libero.
Un colpo di scena destinato a innescare non poche fibrillazioni in un ambiente che da sempre poggia su equilibri di cristallo. A disporre la scarcerazione di Angrisano erano stati i giudici della Corte di appello di Napoli, i quali hanno deciso di dare pieno accoglimento all’istanza avanzata dal difensore del 29enne, il penalista Leopoldo Perone. Quest’uiltimo, ritenendo cessate le esigenze di custodia cautelare in carcere aveva infatti chiesto al collegio giudicante di rivalutare lo status detentivo del babyras di Scampia. A favore dell’istanza ha di certo deposto il recente verdetto della Corte di Cassazione, la quale nel novembre precedente aveva annullato le accuse di armi e finalità camorristica che nel dicembre del 2014 avevano colpito il giovane ras e gli altri esponenti del suo gruppo di “ragazzi terribili” e pronti a tutto per conquistare il controllo degli affari criminali nel lotto G. Una nuova fibrillazione è ora dietro l’angolo.
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