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Procura di Napoli, il Csm sceglie il successore di Colangelo

Procura di Napoli, il Csm sceglie il successore di Colangelo

Il voto della commissione previsto per la settimana prossima. Tre le candidature: il Procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho, il Procuratore Generale di Salerno Leonida Primicerio e il sostituto procuratore generale presso la Corte d'appello di Roma ed ex capo di gabinetto del ministro della Giustizia, Giovanni Melillo

E' atteso per la prossima settimana il voto in commissione per la nomina del nuovo procuratore capo di Napoli. La scorsa settimana la V Commissione del Csm che si occupa degli incarichi direttivi ha audito per oltre cinque ore i tre candidati alla guida della Procura di Napoli, il Procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho, il Procuratore Generale di Salerno Leonida Primicerio e il sostituto procuratore generale presso la Corte d'appello di Roma ed ex capo di gabinetto del ministro della Giustizia Andrea Orlando, Giovanni Melillo. La partita al momento e' tra Melillo e Cafiero De Raho. Determinante sara' il voto dei consiglieri di Area, la corrente di sinistra che finora non sembra aver trovato una posizione unanime, tra chi e' pronto a votare per Melillo e chi e' ancora indeciso e potrebbe preferirgli De Raho. E proprio alcuni dei temi affrontati nel corso dell'audizione dello scorso 29 maggio (la gestione delle intercettazioni, il visto sui provvedimenti, le fughe di notizie, la gestione dei rapporti con la polizia giudiziaria e con la stampa, l'esperienza fuori ruolo, le situazioni di incompatibilità parentale) sono al centro delle riflessioni e del dibattito interno di questi giorni. Le divisioni su Melillo sono legate alla sua esperienza fuori ruolo proprio al ministero di Giustizia mentre per De Raho un 'ostacolo' potrebbe essere rappresentato da una possibile situazione di incompatibilità legata al figlio, avvocato penalista proprio a Napoli.

La questione era già stata affrontata dal consiglio quando De Raho era procuratore aggiunto a Napoli. In quell'occasione, dopo un'istruttoria molto articolata che si è conclusa nel 2009, tutto fu archiviato non riscontrando un'incompatibilità ma all'epoca De Raho si occupava di un settore circoscritto. Nella motivazione di allora si sottolineava che "gli elementi fattuali acquisiti nel corso dell'istruttoria, e che depongono per l'insussistenza di una situazione di incompatibilità, non abbisognino di trovare ulteriore conforto nella circostanza, pur dedotta nelle controdeduzioni dal dott. cafiero De Raho, relativo alla mancanza di rapporti" con il figlio dal 1997. Un dato, si sottolineava, "che seppur suggestivo, e' privo di rilevanza perche' l'intensità della frequentazione tra i congiunti non e' presa in considerazione dalla legge e può, del resto, mutare nel tempo in maniera del tutto imprevista". Un nodo che il Csm dovrà affrontare in una partita ancora aperta e che potrebbe sconfinare anche nella scelta del nuovo procuratore antimafia, a cui sia De Raho che Melillo sono candidati.

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