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Omicidio Solla, stangata-bis: ergastolo ai boss della faida

Omicidio Solla, stangata-bis: ergastolo ai boss della faida

Assassinio del capopiazza ribelle, i due complici nel raid incassano 30 anni. Ergastolo confermato per i ras Luigi De Micco e Antonio De Martino

NAPOLI. L’ultima parola non è ancora detta ma per il boss Luigi De Micco e il fedelissimo Antonio De Martino l’ipotesi di trascorrere dietro le sbarre il resto della propria vita inizia a farsi sempre più concreta. Imputati per l’omicidio del capopizza ribelle Salvatore Solla, alis “’o sadico”, ieri mattina, al termine del processo d’appello, i due ras di Ponticelli hanno incassato la conferma della pena dell’ergastolo. Dunque, nessuno sconto per loro e neppure per gli altri imputati: Davide Principe e Alessio Esposito, per i quali i giudici della prima sezione della Corte d’assise d’appello di Napoli hanno ribadito la condanna a trent’anni di reclusione a testa. La partita giudiziaria non è ancora conclusa e il collegio difensivo, non appena saranno depositate le motivazioni del verdetto pronunciato ieri, ricorreranno per Cassazione, ma fin qui la linea della Procura si è dimostrata a dir poco granitica.

Non a caso già lo scorso gennaio, in sede di requisitoria, il pg aveva chiesto la conferma di tutte le condanne di primo grado, non tenendo conto della perizia fonica acquista dalla difesa di De Micco nell’autunno precedente. I riflettori della difesa si erano infatti focalizzati su una registrazione audio della durata di sei secondi, dalla quale sarebbero emerse alcune incongruenze circa l’effettivo coinvolgimento del boss nella vicenda: Luigi De Micco è stato infatti ritenuto il mandante dell’agguato mortale. L’argomentazione difensiva non ha però fatto breccia neppure nel giudizio di appello. L’indiscusso capo del clan dei “Bodo” di Ponticelli, accusato e condannato al carcere a vita già nel rito abbreviato, si è così visto confermare la condanna al carcere a vita: stessa sorte anche per il killer De Martino, capo del gruppo degli “Xx”.Salvatore Solla, il capopiazza ribelle, fu assassinato il 23 dicembre 2016 per non aver accettato di pagare il pizzo che la cosca aveva imposto sulla sua base di spaccio

. Nell’autunno scorso i difensori di Luigi De Micco, dopo aver richiesto la rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale, erano riusciti a ottenere l’acquisizione di una perizia fonica che, a loro dire, avrebbe potuto scagionare il ras di Napoli Est. Una matassa giudiziaria tutt’altro che semplice da dipanare: la pubblica accusa è infatti convinta, alla luce delle risultanze investigative emerse all’epoca delle indagini, che la voce captata sia quella del capo-clan De Micco; di tutt’altro avviso era invece la difesa del ras, pronta a dimostrare che la bassa qualità di quella registrazione non fosse sufficiente ad affermare che si trattasse del boss al di là di ogni ragionevole dubbio. L’assassinio di “’o Sadico”era salito alla ribalta della cronaca nera come l’“omicidio in diretta”. Erano mesi di sangue e terrore e Ponticelli era letteralmente stritolata dalla faida tra i De Micco e i D’Amico. Proprio grazie all’intensissima attività di intercettazione telefonica che stava portando da mesi, la Squadra mobile riuscì a imbattersi nelle fasi preliminari e successive all’agguato costato la vita a Solla. Nel raid rimase ferito anche Giovanni Ardu.

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