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Il clan Mazzarella all’angolo: stangata definitiva per i boss

Il clan Mazzarella all’angolo: stangata definitiva per i boss

La Cassazione dispone un nuovo appello per i sei gregari della cosca.Rigettati i ricorsi dei ras Francesco “’o parente” e Salvatore Donadeo

NAPOLI. L’ultimo grado di giudizio si rivela una tegola e per gli ultimi ras del clan Mazzarella di San Giovanni a Teduccio le condanne incassate in appello diventano definitive. Giochi chiusi, dunque, per i boss Francesco Mazzarella “’o parente” e Salvatore donadeo, che dovranno adesso scontare, rispettivamente, 11 anni e 18 anni di reclusione. Rigettati i loro ricorsi, la Corte di Cassazione ha poi dichiarato inammissibili anche quelli avanzati dai “sergenti” Francesco Barattolo, Giuseppe Cozzolino, Luigi Gitano e Antonio Scognamiglio, i quali dovranno adesso scontare 8 anni, 10 anni, 9 anni e 7 anni e 4 mesi. Il verdetto degli Ermellini ha comunque riservato anche diversi colpi di scena. La prima sezione della Corte di Cassazione ha annullato con rinvio le condanne inflitte a Luigi Bonavolta, Mariano Bonavolta e Vincenzo Santaniello (difeso dagli avvocati Riccardo Ferone e Valeria Aiello), mentre ha annullato con rinvio il trattamento sanzionatorio per Marco Esposito Montefusco (difeso dagli avvocati Giuseppe Milazzo e Riccardo Ferone), Gianluca Fummo (difeso dall’avvocato Giuseppe De Gregorio) e Gennaro Limatola (difeso dall’avvocato Giovanni Abet).

Per loro la Corte d’appello sarà adesso chiamata a un nuovo pronunciamento. In attesa che le motivazioni dell’ultima sentenza siano depositate, restano sul tavolo le argomentazioni portate avanti in aula dal collegio difensivo. Tutti gli imputati erano accusati e già condannati per associazione per delinquere di tipo mafioso, ma nel caso di Montefusco, Fummo e Limatola è stato sostenuto che nei precedenti gradi di giudizio la pena fosse stata inflitta applicando la norma “errata”, vale a dire quella più recente (entrata in vigore nel 2015) e più severa, la quale prevede per i reati mafiosi una pena basi di dieci anni di reclusione. Nel caso di Montefusco e Limatola, nonostante la contestazione iniziale partisse dal 2013 e avesse condotta perdurante, gli avvocati difensori hanno sostenuto - atti di indagine alla mano - che il coinvolgimento dei due affiliati negli affari del clan Mazzarella terminasse in realtà ben prima dell’approvazione della Legge Cirielli e che pertanto i giudici di primo grado e di appello avrebbero dovuto tenere conto della norma in vigore fino al 2015, cosa che però non è avvenuta. Per i tre presunti ras si profila dunque adesso un sostanzioso sconto di pena non appena sarà celebrato il nuovo giudizio di appello. Nel dicembre dello scorso anno il processo si era ad ogni modo concluso con ben diciassette condanne.

Luigi Bonavolta aveva rimediato 7 anni e 4 mesi di reclusione; Mariano Bonavolta, 8 anni e 11 mesi; Arcangelo Cimminiello, 4 anni e 6 mesi; Giuseppe Cozzolino, 10 anni; Vincenzo Cozzolino, 8 anni e 11 mesi; Salvatore Donadeo, 18 anni in continuazione con altra sentenza; Marco Esposito Montefusco, 11 anni e 7 mesi; Luigi Gitano, 8 anni e 11 mesi; Rosario Guadagnuolo, 11 anni e 1 mese; Gennaro Limatola 6 anni e 8 mesi; Salvatore Novellino, 7 anni e 4 mesi; Antonio Scognamiglio, 7 anni e 4 mesi; Pasquale Troise, 10 anni. Furono invece confermate le condanne inflitte nel rito abbreviato a Francesco Barattolo, Gianluca Fummo, Francesco Mazzarella e Vincenzo Santaniello, che avevano rimediato 8 anni, 16 anni in continuazione con altra sentenza, 10 anni e 10 mesi

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