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03 Dicembre 2021 - 07:56
La 44enne aveva consegnato dei messaggi al marito detenuto.a sorella del boss avrebbe gestito spaccio e “imbasciate”.
NAPOLI. Partecipe delle attività illecite guidate dai fratelli Francesco e Alfonso e complice del marito detenuto, Vincenzo Marigliano, nell’organizzazione dello spaccio all’interno del carcere. Chiara Silenzio detta “Chiarinella” era monitorata da dicembre 2017 dai poliziotti della squadra della zona orientale della Mobile di Napoli, che con il sostituto commissario Sergio Procacci iniziarono un lavoro certosino concluso con il blitz dell’altra mattina.
La donna fu anche sorpresa, durante una visita al coniuge nell’istituto penitenziario, in uno scambio di bigliettini all’interno di un pacchetto di fazzoletti. Poi inquirenti e investigatori hanno ascoltato le sue conversazioni sia a telefono che in ambientale grazie alla microspia piazzata nell’abitazione dello stretto congiunto “Fonso”. Ferma restando la presunzione d’innocenza dell’indagata fino all’eventuale condanna definitiva, Chiara Silenzio è descritta nella misura cautelare a suo carico come pienamente partecipe al clan diretto dal fratello ras Francesco detto “Francuccio” e in stretto contatto con l’altro fratello Alfonso.
A quest’ultimo, libero e reggente del gruppo del “Bronx” in quel periodo, si rivolse in due occasioni: nella prima, segnalandogli la richiesta di Assunta Formicola (ex moglie di Francesco Silenzio) di avere indietro gli abiti di valore che si trovavano nella sua precedente abitazione; nella seconda per riferire ad Alfonso che il suo amico Pasquale Ariosto detto “occhio di brillante” lo cercava. Chiara Silenzio, scrive sempre il gip sulla base della richiesta di arresto formulata dalla Dda, partecipava “in maniera appassionata” alle vicende del clan. Commentando la scarcerazione di Antonio Formicola, la decisione di Umberto D’Amico “’o lione” di pentirsi, ma soprattutto intervenendo sul territorio. Infatti avvisò il fratello Alfonso che c’erano delle persone sconosciute in un appartamento occupato da loro (i Silenzio, ndr), della presenza di affiliati ad altre organizzazioni o “scambiando” il danaro provento dell’attività illecita. Infine, ricostruendo il ruolo della donna nel clan, dai colloqui in carcere con Vincenzo Marigliano sarebbe risultato il suo coinvolgimento nello spaccio di sostanze stupefacenti anche all’interno del carcere.Le informative su Chiara Silenzio sono state redatte dai poliziotti della “Omicidi” della Squadra mobile della questura di Napoli (dirigente Alfredo Fabbrocini, vice questore Andrea Olivadese) e dagli uomini della squadra giudiziaria del commissariato San Giovanni-Barra (dirigente Alfredo Carosella, ispettore superiore Pasquale Miatto). I primi hanno poi sviluppato e concluso il lavoro investigativo, eseguendo insieme ai colleghi martedì scorso 26 ordinanze di custodia cautelari. Tra i destinatari l’intero gotha familiare dei Silenzio, a cominciare da Francesco, Pacifico, Alfonso e Vincenzo, i luogotenenti e i gregari del clan che si scisse clamorosamente e violentemente con i Formicola. La guerra ha provocato pure l’omicidio di Annamaria Palmieri detta “’a masculona”,eseguito nel parco del Bronx in via Taverna del Ferro il 22 gennaio del 2018 davanti ad alcuni testimoni inorriditi e terrorizzati al punto tale da mantenere per anni il segreto. Nessuno infatti ha aiutato gli inquirenti, che hanno risolto il caso grazie ai collaboratori di giustizia (su tutti il neo pentito Antonio Costabile e l’ex ras Umberto D’Amico) e alle intercettazioni.
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