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06 Dicembre 2021 - 07:00
I nuovi elementi da un’informativa dei carabinieri del Reparto operativo di Napoli
NAPOLI. Ciro Contini “’o nirone” trait d’union tra i Sibillo e i Contini, grazie al quale i primi hanno mantenuto la forza camorristica nonostante i duri colpi subiti e l’omicidio di Emanuele “E.S. 17”. Il nipote del boss Eduardo “’o romano” è descritto così da numerosi collaboratori di giustizia, le cui dichiarazioni sono riportare anche nel decreto di sequestro dell’altarino dedicato al giovanissimo “eroe eterno di malavita” del centro di storico di Napoli. Ma anche attualmente, come le ultime mappe di camorra scrivono, il clan dei Decumani è definito “attivo” grazie a un turn over continuo di affiliati. La figura di Ciro Contini, detenuto, è stata importantissima nel periodo successivo alla morte di Emanuele Sibillo avvenuta in contemporanea alla latitanza del fratello Pasquale detto “Lino”. Scrivono infatti in un’informativa di aprile scorso i carabinieri dei carabinieri del Reparto operativo di Napoli, in relazione ai rapporti tra i 2 gruppi di camorra. «Con la morte di Emanuele Sibillo e la latitanza del fratello Pasquale, nel 2015 le redini del clan sono passate a Ciro Contini inteso “’o nirone”, affiliato alla famiglia Sibillo e nipote di Eduardo Contini, storico esponente del clan Contini inserito nell’Alleanza di Secondigliano».
Continuando nell’informativa, i carabinieri del nucleo investigativo inseriscono altri dettagli. «Ciro Contini è stato in maniera unanime indicato come soggetto affiliato al clan Sibillo, con funzioni di reggente in epoca successiva all’uscita di scena dei Sibillo, dai collaboratori di giustizia Bruno Esposito, Domenico Esposito, Vincenzo Amirante, Maurizio Overa, Carmine Campanile, Gennaro Buonocore e Pasquale Orefice». Ciro Contini però, prosegue la nota degli uomini dell’Arma, «rappresenta anche il trait d’union tra il gruppo dei Sibillo e il clan Contini non soltanto per i suoi legami con lo storico esponente dell’alleanza di Secondigliano ma anche in considerazione di numerose acquisizioni investigative successive al 2018 che lo inseriscono nell’ambito dei Contini».
A definire precisamente il periodo nel quale “’o nirone” ha assunto il ruolo di collegamento tra il gruppo dei Decumani e quello dell’Arenaccia è stato Pasquale Orefice: «Quando l’ho conosciuto, Ciro era ancora legato ai Sibillo. È passato al clan Contini dopo l’ultima scarcerazione, nel 2018. Io mi sono incontrato un paio di volte con lui, poi sono partito per la Spagna». Al momento comunque nel centro storico napoletano il clan Mazzarella, secondo la Dia, sembrerebbe aver riacquisito il controllo di buona parte della zona contando sui rapporti con i clan Buonerba (centro storico), Ferraiuolo (Maddalena), Perez (Decumani), Sequino (Sanità), Caldarelli (Case Nuove), Frizziero (zona Torretta) e Zazo (Fuorigrotta). «Inoltre, sfruttando strategiche alleanze con altri gruppi e affiliazioni di autorevoli figure criminali presenti nella periferia e nei territori della provincia, conferma una politica di graduale espansione soprattutto verso le zone sudorientali della città. Lì vanterebbe una solida alleanza con i D’Amico del rione Villa e con il gruppo Formisano di San Giorgio a Cremano con i quali avrebbe costituito un asse finalizzato ad arginare i sodalizi avversari (Sibillo e Rinaldi di San Giovanni a Teduccio)».
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