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09 Dicembre 2021 - 18:07
ROMA. Introdurre per i magistrati l'impossibilità di esercitare in contemporanea funzioni giurisdizionali e ricoprire incarichi elettivi e politici, diversamente da quanto accade oggi. Il divieto dovrebbe valere sia per sindaci e amministratori (tanto di piccoli paesi, quanto di grandi città), sia per parlamentari. In pratica: sarà obbligatorio andare in aspettativa senza stipendio per i magistrati che si candidano alle elezioni amministrative. È uno dei punti su cui la ministra della giustizia, Marta Cartabia, ha ragionato con i partiti di maggioranza, incontrati questa mattina per discutere della riforma del Csm e dell'ordinamento giudiziario. Sul punto le ipotesi sul tavolo accolgono le proposte della commissione ministeriale, presieduta da Massimo Luciani, che supera le distinzioni del ddl incardinato in Parlamento, quello a firma dell'ex ministro Alfonso Bonafede, che distingueva tra tre livelli, e introduce divieti che impediscano il ripetersi di casi di magistrati che abbiano in contemporanea incarichi elettivi e/o politici, come quello recente di Catello Maresca. Alla candidabilità dei magistrati sono posti limiti territoriali: il divieto di candidarsi nel collegio, in cui è compreso in tutto o in parte l'ufficio giudiziario in cui i magistrati hanno prestato servizio negli ultimi tre anni.
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