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Clan Casella, sprint dei pm: il processo è dietro l’angolo

Clan Casella, sprint dei pm: il processo è dietro l’angolo

Il gruppo di via Franciosa avrebbe taglieggiato un abusivo della sosta.ndagini preliminari concluse per i sette ras di Ponticelli

NAPOLI. Assumere con la violenza il controllo del racket sulle attività illecite di Ponticelli così da mettere la “concorrenza” all’angolo e diventare la cosca più potente e temibile del quartiere. Dopo la retata di inizio ottobre, la Procura distrettuale antimafia preme il piede sull’acceleratore e chiude le indagini preliminari per sette esponenti del clan De Luca Bossa. Rinvio a giudizio dietro l’angolo, dunque, per Nicola Aulisio, Luigi Austero, Eduardo Casella Giuseppe Casella, Giovanni Mignano, Giovanni Rinaldi e Youseff Christian Hathroubi. Gli esponenti della costola Casella con base in via Franciosa sono a vario titolo accusati di aver preso parte alla spedizione estorsiva ai danni di Michele Frattini, parcheggiatore abusivo attivo nella zona antistante all’Ospedale del Mare. Proprio la vittima del raid, con la propria testimonianza resa agli inquirenti, ha contribuito a dare l’impulso finale alla delicata inchiesta.

Risale allo scorso 11 ottobre l’ultima alba di manette nella degrada periferia est di Napoli. Quel giorno, in esecuzione di due distinti decreti di fermo, finirono dietro le sbarre i presunti reggenti dei due cartelli di camorra che da ormai oltre un anno sono in guerra per il controllo del quartiere. Dopo l’ultima violentissima escalation di sangue e piombo lo Stato era così tornato a riprendersi Ponticelli. Il blitz è scattato alle prime luci del mattino e ha visto entrare in azione polizia e carabinieri, i quali, in esecuzione dei due provvedimenti emessi dalla Procura antimafia, hanno arrestato undici persone a vario titolo accusate di associazione mafiosa, estorsione e armi. In manette alcuni dei massimi esponenti dell’agguerrito clan Casella di via Franciosa, gruppo satellite dei capifila De Luca Bossa-Minichini. Nel mirino degli inquirenti sono però finiti anche alcuni dei vertici del contrapposto clan, vale a dire i De Micco-De Martino: in quest’ultimo caso l’inchiesta si è però sgretolata in sede di Riesame. Il blitz era tra l’altro arrivato a pochi giorni di distanza dall’omicidio del 23enne nipote del boss Antonio De Luca Bossa, Carmine D’Onofrio, e dalla bomba piazzata davanti casa del ras recentemente scarcerato Marco De Micco. Emblematica del clima di terrore instaurato nel quartiere la vicenda che avrebbe visto protagonista il clan De Luca Bossa. Aulisio, Austero, i fratelli Casella, Mignano, Rinaldi e Hathroubi avrebbero infatti imposto una tangente estorsiva ai danni di Michele Frattini, parcheggiatore abusivo molto attivo nella zona dell’Ospedale del Mare, cioè a due passi dal Lotto 0, la roccaforte dei De Luca Bossa.

La intimidazioni, stando a quanto riportato nel provvedimento del pm, sarebbero iniziate il 23 ottobre scorso, quando due soggetti al momento non identificati avrebbero  l’obiettivo e affermato: «Tu mi conosci... sai chi sono! Io mi chiamo Umbertino De Luca Bossa... se vuoi lavorare a Ponticelli devi pagare cento euro a settimana altrimenti devi andare via e mettiamo un nostro ragazzo a lavorare all’Ospedale del Mare». Il copione si sarebbe poi ripetuto il 9 novembre, quando a entrare in azione è stato invece Hathroubi: «Devi venire nel Parco perché ti deve parlare Gino, vieni al Lotto 0 fuori all’Eurobet». Nella stessa giornata l’indagato si sarebbe ripresentato da Frattini in compagnia di Giuseppe Casella: «Gino ti vuole parlare... non succede niente ma vieni lì». Frattini sarebbe poi andato all’incontro ricevendo l’ennesimo avvertimento. Di fronte al rifiuto della vittima l’ultima minaccia: «Se domani ti fai vedere ancora ti sparo nelle ginocchia»

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