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12 Dicembre 2021 - 08:15
CAMORRA Al vaglio le amicizie della vittima con alcuni esponenti dei De Luca Bossa. La trappola dei killer: Gennaro Matteo freddato con 10 colpi di pistola
NAPOLI. Gennaro Matteo non era legato a nessun clan, ma pur abitando a Portici frequentava assiduamente Ponticelli e aveva amicizie nel rione lotto 0. Da questi dati di fatto sono partite, l’altro ieri sera, le indagini dei carabinieri sull’omicidio del 35enne che ha riportato il quartiere nel terrore. Almeno per il momento però, gli investigatori non collegano l’agguato al penultimo fatto di sangue accaduto in zona: la morte violenta di Carmine D’Onofrio, figlio naturale di Giuseppe De Luca Bossa. Cosicché, senza escludere la pur remota ipotesi di un errore di persona, la pista più seguita conduce a uno “sgarro” punito nella maniera più violenta possibile. Per cosa? Domanda per ora senza risposta. Il punto è proprio questo. I sicari hanno colpito Gennaro Matteo in 10 punti del corpo tra il torace e l’addome, rendendo inutile il disperato tentativo di salvarlo dei medici dell’Ospedale del Mare. Un volume di fuoco eccessivo, secondo una prima e provvisoria analisi, per un uomo che aveva a carico un solo precedente di polizia risalente a 6 ani fa e non era conosciuto da nessun investigatore anticamorra come affiliato. Ecco perché si sta scandagliando la sua vita privata, a cominciare dalle eventuali amicizie a rischio, per capirne qualcosa in più. Venerdì intorno alle 22 Gennaro Matteo guidava la propria macchina in via Luca Pacioli, un’arteria molto lunga che sfiora anche il lotto 0, quando due killer su uno scooter lo hanno affiancato e quello seduto dietro gli ha sparato a raffica. Il 35enne si è accasciato sul volante mentre gli assassini si dileguavano nella notte. Qualcuno deve aver visto la scena e ha chiamato il 118 oppure è passato pochi secondo dopo l’esecuzione del delitto e si è accorto dell’uomo in macchina apparentemente senza vita. I soccorsi, data l’ora e la giornata di pioggia che ha tenuto a casa molte persone, sono arrivati subito. Ma poco dopo il ricovero il ferito è morto. La ricostruzione della dinamica non è stata semplice e ancora ci sono dei punti da chiarire. A terra i carabinieri della Scientifica hanno trovato e repertato un solo bossolo calibro 7,65. Eppure di sicuro Gennaro Matteo è stato centrato da 10 colpi. E’ possibile che siano state utilizzate 2 armi da fuoco, tra cui un revolver, oppure la furia dell’acqua proveCAMORRAAl vaglio le amicizie della vittima con alcuni esponenti dei De Luca Bossa Agguato mortale a Ponticelli: c’è uno sgarro dietro il delitto niente dal cielo e i rivoli sul selciato hanno trascinati bossoli e ogive a molta distanza dal luogo dell’agguato. Il caso, per lo stampo inequivocabilmente camorristico, è stato preso in carico dalla procura antimafia. Ma resta il mistero sul movente e le amicizie pericolose di Gennaro Matteo che l’avrebbero portato alla morte. Conosceva affiliati ai De Luca Bossa, egemoni nella zona in cui è avvenuto l’omicidio, e si è trovato coinvolto sul malgrado nella guerra con i De Micco-De Martino? Oppure era entrato in giuri malavitosi e aveva fatto qualcosa compiendo uno “sgarro” a ras di camorra? Non aiuta nemmeno il precedente di polizia a carico: nel 2015, quando fu arrestato per concorso in detenzione di pistola, i 2 giovani che erano con lui non aerano affiliati alla criminalità. E poi dopo 6 anni cos’è successo di nuovo e così grave per provocare un omicidio?
In foto: Le indagini sul caso sono condotte dai carabinieri
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