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12 Dicembre 2021 - 15:53
ARZANO. Pompe funebri tra agenzie fantasma e la presenza ingombrante dei clan. A gestire i funerali soggetti di primo piano della criminalità organizzata. L'ombra della Vanella Grassi e degli Amato-Pagano. Non sarebbe solo un ipotesi investigativa e nemmeno una indiscrezione giornalistica da accertare, visto che ad Arzano il business del “caro estinto” ha già registrato tentativi di consolidamento della attività in antitesi al libero mercato, in danno di altre imprese presenti sui territori limitrofi. E a riprova di quanto questa attività attiri le attenzione dei clan, gli arresti e le interdittive antimafia emesse a seguito delle indagini operate dai carabinieri della locale tenenza in questi anni. Stavolta a svelarne i retroscena gli agenti della Polizia locale del comando di via Ferrara che avrebbero anche portato alla luce i legami tra alcuni soggetti identificati durante i funerali e un boss della confinante Casavatore già coinvolto in precedenti indagini e condannato a oltre 20 anni di carcere per omicidio. Gli accertamenti, ancora in essere, avrebbero rivelato un interesse tale da fare sospettare dell’esistenza di taciti accordi tra imprese di onoranze funebri al fine di determinare vere e propri ''cartelli'', dalle quali non sarebbe possibile sconfinare per non alterare gli equilibri imposti dalle organizzazioni criminali. La scoperta sarebbe arrivata a seguito dei meticolosi accertamenti portati avanti dalla municipale che attraverso appostamenti e sopralluoghi, ha anche accertato l’affissione di manifesti funebri ritenuti “anomali” con l'imbrattamento di muri e l'elusione fiscale con il mancato versamento degli oboli al comune di Arzano. Addirittura, in una agenzia funebre, i caschi bianchi hanno scoperto la realizzazione abusiva di soppalchi e vani determinando oltre alle denunce penali, sanzioni amministrative per circa 8mila euro. Ad accelerare le indagini sarebbe stata proprio la presenza di manifesti funebri anonimi che ha portato poi gli agenti, da sempre impegnati a contrastare l’elusione fiscale e a tutelare il decoro urbano, a porre particolare attenzione. Difatti, molti annunci murari sarebbero risultati privi di logo intestato, particolare utilizzato sovente da agenzie per celare la ragione sociale della ditta operante, come stratagemma per eludere i tributi ed evitare sanzioni amministrative o addirittura utile a coprire la vicinanza ad ambienti criminali e del malaffare. Durante i controlli gli uomini della Polizia locale avrebbero anche accertato che lo spostamento dei feretri dalla casa del defunto in chiesa e verso il cimitero, sarebbe avvenuto sotto lo “sguardo vigile” di soggetti gravati da numerosi precedenti di polizia e legati ad esponenti di primissimo piano della criminalità organizzata. A suscitare la “curiosità” dei poliziotti municipali anche una ditta operante nel territorio di Avellino che, da quanto sarebbe emerso, risulterebbe essere “fantasma”, ovvero senza sede sociale e per i cui approfondimenti procederà successivamente chi di competenza. Le verifiche, al momento, si sono concluse con il deferimento alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord del proprietario dei locali-deposito dei carri funebri per abusi edilizi con emissione di ordinanza ingiunzione, l'identificazione di diverse persone appartenenti alla ditta e gravati da precedenti di polizia e la segnalazione all'ufficio tributi dell'Ente per il recupero delle imposte evase in tema di pubblicità. Sarebbero nove sono le ditte operanti sul territorio e segnalate alle Autorità competenti, tra cui la Prefettura partenopea. Non si escludono risvolti. Intanto dopo l’agguato di camorra nel bar Roxy di via Ignazio Silone con quattro feriti di cui due innocenti e un morto, la città impaurita cerca di ritornare alla normalità anche se la strada pare tutta in salita. Sotto la cenere e la calma apparente, infatti, potrebbero covare vendette e rese dei conti.
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