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Delitto Matteo, a Ponticelli scatta il coprifuoco

Delitto Matteo, a Ponticelli scatta il coprifuoco

NAPOLI. Venti di faida a Ponticelli dopo l’omicidio del pregiudicato Gennaro Matteo (nella foto in basso), scatta il coprifuoco dei residenti per timore di nuove rappresaglie armate tra i clan del quartiere. Non ci sono più le limitazioni agli spostamenti per la pandemia, ma a Ponticelli l’aria è tornata a farsi più pesante che mai negli ambienti di malavita e non solo. Gli affiliati ai due clan inguerra temono agguati e allo stesso tempo sanno che girando armati possono incorrere nei controlli rafforzati delle forze dell’ordine: carabinieri e polizia. Cosicché il quartiere vive una fase di stallo, identica al periodo in cui si seppe in giro (prima che la notizia uscisse sui giornali) che si era pentito Rosario Rolletta. Uno che sapeva e che poteva raccontare agli inquirenti, come puntualmente è avvenuto. Era inizio 2021 e successivamente è successo di tutto: omicidi, ferimenti, bombe, intimidazioni, arresti. Fino alla situazione attuale, che appare sospesa.

Di tutto ciò si sono accorti gli investigatori anticamorra che seguono in particolare Ponticelli e che hanno notato come improvvisamente siano cessate le ostilità tra i clan attivi sul territorio: i De Micco-De Martino, e sull’altro fronte i Casella con i De Luca Bossa-Michini. Tutto cominciò con tre agguati consecutivi tra ottobre, novembre e dicembre 2020, ma il 2021 è stato ancora più sanguinoso con tre omicidi e la sensazione che la faida potesse prima o poi colpire un innocente. Al punto che la società civile, la parte sana di Ponticelli che è largamente maggioritaria, si è messa in motocon varie iniziative. Fonti ufficiose e ufficiali riferiscono che Rosario Rolletta abbia iniziato la sua collaborazione dopo la sparatoria di cui rimase vittima il 2 novembre dell’anno scorso in via Argine. Un agguato mirato a uccidere, tant’è vero che fu ferito da un proiettile al braccio sinistro e da uno di striscio alla nuca mentre si trovava alla guida di una Clio. Ai poliziotti del commissariato Ponticelli intervenuti per primi al pronto soccorso dell’ospedale Villa Betania, dov’era riuscito ad arrivare alla guida della propria macchina, “Friariello” raccontò che ad agire erano state alcune persone a bordo di un’altra vettura che l’aveva affiancato, lasciando partire diversi colpi d’arma da fuoco.

La tregua di camorra che ne scaturì è poi oggi solo un lontano ricordo e l’omicidio di Gennaro Matteo, assassinato venerdì sera davanti il Lotto 0, rischia di dare seguito a una nuova escalation di sangue. Gli investigatori che stanno lavorando al caso ritengono però al momento più probabile che si sia trattato di un episodio “estemporaneo”, frutto avvelenato di una vendetta e dunque non direttamente riferibile allo scontro tra le due cosche.

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