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Ordinò omicidio poi fallito: nove anni per Vincenzo Mele

Ordinò omicidio poi fallito: nove anni per Vincenzo Mele

PIANURA La decisione dei giudici in Appello per il fratello dei ras Giuseppe e Salvatore. Condanna confermata per “Fashion”. L’agguato nel 2016 a Bellofiore, legato ai Marfella. 

NAPOLI. Condanna confermata in appello per Vincenzo Mele detto “Fashion”, fratello meno noto dei ras Giu- seppe e Salvatore ma altrettanto importante nel gruppo omonimo di malavita di Pianura.
Secondo i giudici l’imputato sarebbe il mandante del tentato omicidio di Giovanni Bellofiore, legato all’opposto clan Marfella, avvenuto a giugno 2016 e così la sentenza di venerdì pomeriggio ha ribadito la pena di 9 anni di reclusione.
Come chiesto dal procuratore generale, per Vincenzo Mele la condanna è stata confermata. Era imputato con Alessio Elefante, che in primo grado ha rimediato 11 anni di reclusione. Toccherà adesso al collegio difensivo cercare di limitare i danni in Cassazione, dove eventualmente la sentenza passerà in giudicato, puntando eventualmente anche a un rinvio ai giudici di merito.
Quanto ai due collaboratori di giustizia che si sono accusati del delitto oltre che puntare il dito contro i presunti responsabili, vale a dire Salvatore Romano detto “muoll muoll” e Pasquale Esposito junior, la Procura ha chiesto il riconoscimento delle attenuanti generiche: in primo grado i due pentiti avevano incassato otto anni di carcere a testa. L’inchiesta culminata negli arresti eseguiti nel luglio del 2019 ha permesso di individuare le persone (da ritenere innocenti fino all’ultimo pronunciamento dei giudici) coinvolte nel tentato omicidio di Giovanni Bellofiore, avvenuto a Pianura nel giugno 2016, compiuto soltanto perché la vittima apparteneva all’avversa organizzazione camorristica in lotta da più di 25 anni per l’egemonia sul territorio.
Nel provvedimento cautelare Alessio Elefante, insieme agli altri tre imputati, è ritenuto responsabile di diver si e gravi reati commessi in quell’occasione: oltre al tentato omicidio in concorso di Giovanni Bellofiore, di rapina a mano armata a un automobilista, di porto e detenzione abusiva di armi da fuoco, il tutto con l’aggravante prevista dall’articolo 416 bis in quanto i reati sono stati commessi secondo l’accusa per agevolare le attività del clan Mele.
In particolare, nella ricostruzione degli inquirenti, Elefante è ritenuto il conducente della motocicletta in sella alla quale c’era il complice che armato di pistola costrinse un automobilista di passaggio a consegnare la macchina utilizzata successivamente per compiere l’agguato ai danni di Giovanni Bellofiore.
Era tardi pomeriggio e l’allarme scattò rapidamente, facendo confluire sul posto le forze dell’ordine. Ma nell’immediatezza dei fatti non fu possibile operare fermi, scattati in seguito al pentimento di vari affiliati ai 2 clan in guerra.

 

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