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Patto educativo, Battaglia: «Impegno di tutti per non veder morire la città»

Patto educativo, Battaglia: «Impegno di tutti per non veder morire la città»

«Sotto la croce della nostra città dobbiamo più che mai quest'oggi, insieme e senza distinzione di fede, politica, ruolo sociale ed istituzionale, stare in piedi, evitando di sdraiarci supini in attesa che qualcosa cambi da sola e di sederci, rassegnati e assuefatti a veder morire Napoli». Così l'arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, nel suo intervento introduttivo pronunciato in occasione dell'incontro nel Duomo con rappresentanti istituzionali, delle associazioni, volontariato, scuola e società civile che hanno aderito al suo appello per un Patto educativo per la città. 

«Dobbiamo ricordare che il presente e il futuro della nostra città - ha aggiunto don Mimmo Battaglia - dipende dall'impegno di tutti, dalla capacità che avremo di passare da un freddo individualismo ad un senso rinnovato e caloroso di comunità, dal desiderio fattivo di trasformare tanti piccoli “io" impauriti e distratti nella forza di un grande 'noi', la cui carica profetica può essere segno e strumento di una possibile resurrezione della nostra terra. Il tempo storico che viviamo, ricco di opportunità e rischi, nella sua complessità ci chiede di concretizzare al più presto il Patto educativo per la città. Non è più il tempo delle promesse sterili, delle firme facili, degli slogan e degli eventi fini a se stessi. I bambini, i ragazzi e i giovani di Napoli non possono più aspettare». 

Per questo, ha proseguito l'arcivescovo, «non possiamo stare a guardare dalla finestra: ognuno si senta interpellato dal grido della città, ognuno dia il proprio contributo alla vita della comunità, ognuno sia per le nuove generazioni un segno di resurrezione, camminando insieme al fiume di vita e di speranza che non ha mai smesso di attraversare Napoli e la cui pacifica esondazione potrebbe lavare il sangue versato e fecondare nuove primavere sociali. E questo il tempo. Nel bel mezzo di questo inverno lasciamo fiorire la speranza e con il nostro impegno affrettiamo la primavera». 

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