Tutte le novità
22 Dicembre 2021 - 07:00
Unico annullamento per il ras Orabona: processo d’appello da ricelebrare.Mazzata da oltre un secolo di carcere, 11 condanne diventano definitive
NAPOLI. La holding di narcotrafficanti capeggiata dall’ex capoultras “Genny ’a carogna”, al secolo Gennaro De Tommaso, arriva al capolinea. Dopo la sfilza di condanne rimediate lo scorso anno in appello, ieri pomeriggio la Corte di Cassazione ha rigettato undici ricorsi: per altrettanti imputati le pene rimediate, seppur ridotte rispetto al giudizio di primo grado, diventano dunque definitive. L’unico, clamoroso colpo di scena ha riguardato il ras Giovanni Orabona, inquadrato dagli inquirenti come l’alter ego di De Tommaso, per il quale - accogliendo le argomentazioni del difensore, l’avvocato Domenico Dello Iacono - gli Ermellini hanno disposto la celebrazione di un nuovo processo d’appello.
Alla sbarra erano finiti alcuni dei principali esponenti del narcotraffico napoletano. Un’organizzazione tentacolare, di cui avrebbero fatto parte i più importanti capizona del centro storico, in particolare di Forcella, e del rione Traiano di Soccavo. L’accusa associativa anche in appello aveva retto ma non la portata delle condanne inflitte in primo grado. Il gruppo di narcotrafficanti capeggiati dell’ormai ex capoultras “Genny ’a carogna”, oggi collaboratore di giustizia, aveva rimediato poco più di un secolo di carcere: un dato ben distante dai centocinquant’anni inflitti dal gup Marcopido nel novembre del 2018. Dando ampio accoglimento alle argomentazioni difensive i giudici della quarta sezione della Corte d’appello avevano dunque emesso il seguente verdetto: Alessandro Caldiero, 5 anni a e 1 mese di reclusione; Gennaro Cocozza, 4 anni e 9 mesi; Marco Contardo, 5 anni e 5 mesi; Giuseppe Conte, 2 anni; Mario Cossentino, 4 anni; Pasquale D’Amore, 4 anni e 9 mesi; Gaetano De Tommaso, 12 anni e 4 mesi; Gennaro De Tommaso, 7 anni grazie al riconoscimento dell’attenuante della collaborazione con la giustizia; Mariano Esposito, 9 anni; Vincenzo Gravina, 5 anni e 4 mesi; Francesco Guarino, 4 anni e 5 mesi; Francesco Liccardi, 9 anni e 2 mesi in continuazione con altra sentenza; Lucio Migliaccio, 9 anni; Giovanni Orabona, 19 anni in continuazione con altra sentenza (di cui 13 anni e 9 mesi per l’ultimo processo); Salvatore Scialò, 4 anni e 9 mesi; Guido Sorge, 5 anni e 5 mesi. L’iter giudiziario non si è però concluso qui e a scrivere l’ultimo capitolo è stata ieri la quarta sezione della Corte di Cassazione.
Gli Ermellini, confermando nella sostanza la sentenza di appello, hanno dunque rigettato i ricorsi di Contardo, Caldiero, Cossentino, D’Amore, Gravina, Guarino, Visco, Liccardi, Migliaccio, Scialò e Sorge. L’unico annullamento ha riguardato il presunto ras Orabona, inquadrato dallo stesso Gennaro De Tommaso come proprio fedelissimo e braccio destro: proprio a lui, infatti, mentre si trovava agli arresti domiciliari, l’ex capoultras avrebbe affidato la gestione delle trattative per l’acquisto di ingenti carichi di droga dall’Olanda. La difesa ha però evidenziato diverse zone d’ombra in merito a quel ruolo e per Orabona l’appello è adesso da ricelebrare.
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo