Tutte le novità
23 Dicembre 2021 - 07:00
Sotto l’usura del clan un paziente oncologico in difficoltà economiche.L’accusa: Andrea e Giuseppe Attanasio fecero fuoco l’uno contro l’altro
NAPOLI. Non un agguato “qualsiasi”, ma un feroce regolamento di conti tra parenti legati da uno strettissimo vincolo di sangue. Dietro la sparatoria che il 21 luglio dello scorso anno, in via della Villa Romana, a Barra, ha visto avere la peggio il ras Andrea Attanasio, storico esponente del clan Formicola di San Giovanni a Teduccio, e Marco Cozzolino ci sarebbe stata la mano (armata) di Giuseppe Attanasio, fratello del primo e anch’egli volto da tempo noto agli archivi delle forze dell’ordine. I due germani si sarebbero affrontati a suon di colpi di pistola per motivi al momento ancora non del tutto chiariti, ma a entrambi è stata contesta l’accusa di tentato omicidio.
È questo il cuore pulsante delle quasi quaranta pagine dell’ordinanza di custodia cautelare che l’altro giorno ha portato all’arresto di Andrea Attanasio, Marco Cozzolino e Luigi Di Perna. Giuseppe Attanasio è invece riuscito a sottrarsi al blitz della Squadra mobile ed è attualmente ricercato in tutto l’hinterland vesuviano. Tra gli indagati spicca poi il nome di Gennaro Matteo, pregiudicato ucciso pochi giorni fa a Ponticelli in un agguato di camorra, per il quale la Dda aveva formulato l’accusa di armi aggravata dalla finalità mafiosa. Stando agli elementi indiziari raccolti nel fascicolo, Marco Cozzolino e Andrea Attanasio avrebbero fatto parte dello stesso gruppo criminale. Gruppo che per motivi ancora non del tutto inquadrati sarebbe entrato in drammatica rotta di collisione con la paranza capeggiata invece da Giuseppe Attanasio. Quello che ne è scaturito è stato un regolamento di conti senza esclusioni di colpi. Quella sera, infatti, i due commando, arrivati a Barra a bordo di altrettanti scooter, si sarebbero incrociati e, individuati i reciproci obiettivi, fecero fuoco all’impazzata. Ad avere la peggio, seppur senza conseguenze fatali, furono Andrea Attanasio e Cozzolino.
Giuseppe Attanasio e i suoi complici, ad oggi non ancora individuati, riuscirono invece a dileguarsi senza riportare conseguenze fisiche. Le cattive sorprese non sono però finite qui. Dall’ordinanza emerge infatti che Giuseppe Attanasio e Gennaro Matteo avrebbero imposto una tangente estorsiva da 50mila euro, poi scontata a 25mila euro, ai danni di due costruttori edili della zona: uno dei quali venne anche barbaramente picchiato: «Se l’amico tuo non mi dà i soldi, sei tu il responsabile», aveva del resto intimato la paranza a uno dei due malcapitati. La vicenda si sarebbe in quel caso consumata tra il settembre 2020 e il marzo scorso. A carico di Giuseppe Attanasio e del defunto Gennaro Matteo è stata inoltre formulata una pesantissima accusa di usura. Stando alla ricostruzione dei pm, i due avrebbero approfittato delle difficoltà economiche di un paziente oncologico, dal quale, dopo il prestito iniziale di 10mila euro, si sarebbero fatti restituire interessi usurari pari a 800 euro mensili, da corrispondere ogni primi giorno del mese, sino alla restituzione in un’unica soluzione della somma di denaro fornita alla vittima. Un orrore senza fine.
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo