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23 Dicembre 2021 - 07:00
Ok al maxi-patteggiamento, niente stangata ai capi della holding.Droga dalle Case Nuove al Beneventano: accuse in frantumi
NAPOLI. Secondo la ricostruzione degli inquirenti l’organizzazione capeggiata da Giuseppe Martucci e dai fratelli Davide e Marco Sivero, questi ultimi noti anche per la loro stretta parentela con la ras di Secondigliano Maria Licciardi, avrebbero invaso di droga decine di piazze di spaccio del centro storico di Napoli, in particolare della zona del Mercato, e di diverse località del Beneventano e del Salernitano.
L’accusa associativa si è però sgretolata nel corso del processo di primo grado e alla fine ai quindici imputati è stato concesso un maxi-patteggiamento che ha ridimensionato in maniera clamorosa la portata dell’inchiesta. Le condanne inflitte dal gip non hanno superato i cinque anni di reclusione: eppure, stando alle imputazioni iniziali, i capi e promotori della holding avrebbero rischiato fino a vent’anni di carcere. Determinanti si sono però rivelate le argomentazioni del collegio difensivo, che è riuscito a ottenere la riqualificazione dei fatti in accuse ben più lievi. A gran parte dei quindici imputati sono state inoltre concesse le attenuanti generiche e per tutti è stata cancellata l’imputazione per armi.
Quello che ne è scaturito è stato un verdetto decisamente al ribasso. Il giudice di primo grado ha infatti condannato Giuseppe Martucci, difeso dagli avvocati Leopoldo Perone e Carlo Ercolino, a 4 anni e 8 mesi; Davide Sivero, difeso dall’avvocato Beatrice Salegna, a 4 anni e 8 mesi; Luigi Bavioli a 2 anni; Antonello Esposito, anch’egli difeso dall’avvocato Salegna, a 2 anni; Carmine Ianniello a 2 anni e 8 mesi; Angelo La Montagna a 3 anni; Grazia Lepore a 3 anni; Daniele Pizzone a 5 anni; Aldo Pugliese a 1 anno e 2 mesi; Marco Sivero a 4 anni e 10 mesi; Graziano Somma a 2 anni e 8 mesi; Giuseppe Tassella a 2 anni e 8 mesi; Matteo Ventura a 3 anni; Antonella Vitelli a 1 anno; Domenico Vizioli a 2 anni e 8 mesi. Le indagini, svolte dalla guardia di finanza, avevano portato lo scorso anno all’emissione di 14 misure cautelare e avevano consentito di accertare l’esistenza e l’operatività di un’associazione, composta da due distinti gruppi criminali in stretto contatto tra loro, operante nei territori di Napoli e Benevento. Al centro dell’intesa il traffico e le cessioni di considerevoli quantitativi di sostanza stupefacente, in particolare cocaina e marijuana.
Le indagini, svolte essenzialmente attraverso intercettazioni a cui sono stati affiancati tradizionali servizi di pedinamento e controllo, avevano evidenziato l’operatività criminale di un primo gruppo di soggetti operante sul territorio di Napoli, in particolare tra Vasto, San Lorenzo, Mercato e Case Nuove, organizzato secondo un modello piramidale che vedeva al vertice Giuseppe Martucci, come principale fornitore della sostanza stupefacente, rivenduta rispettivamente nel territorio partenopeo da due fratelli, Marco e Davide Sivero, soggetti ritenuti vicini all’Alleanza di Secondigliano. Referente nell’area beneventana c’era un pregiudicato locale. Referente del secondo gruppo operante nel territorio sannita, attraverso l’intermediazione dei due fratelli, sia in prima persona che con l’ausilio di pusher assunti alle proprie dipendenze. I restanti imputati, per gli inquirenti, avrebbero fornito il proprio contributo all’associazione occupandosi della custodia e della rivendita dello stupefacente, nonché della riscossione dei relativi proventi che poi consegnavano ai vertici del gruppo criminale. Concluso il processo di primo grado, le accuse hanno finito però per sgretolarsi.
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