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Fuorigrotta brucia dopo il raid, subito scarcerato Troncone jr

Fuorigrotta brucia dopo il raid, subito scarcerato Troncone jr

Natale di sangue, il boss Vitale sottoposto a un nuovo intervento: resta grave. Il rampollo del clan fermato per il pestaggio di un ladro: il gip non convalida

NAPOLI. Archiviato l’apocalittico Natale di sangue, la polveriera Fuorigrotta è pronta a deflagrare ancora. Dopo il brutale agguato compiuto giovedì mattina ai danni del ras Vitale Troncone, centrato da un colpo di pistola in pieno volto e da un altro alla gamba, il quartiere flegreo continua a navigare in acque a dir poco tempestose. Giuseppe Troncone, 24enne figlio del capozona di via Costantino, nel primo pomeriggio di ieri è tornato completamente a piede libero dopo essere stato fermato, appena 48 ore prima, con l’accusa di aver massacrato un presunto ladro con la complicità del cugino Andrea Merolla, assassinato poi il mese scorso in un raid di chiaro stampo mafioso. Il rampollo del gruppo Troncone è stato fermato alla vigilia di Natale dai poliziotti della Squadra mobile (dirigente Fabbrocini, vice questore Vissicchio).

Le indagini condotte dai detective di via Medina hanno consentito di fare luce su un brutale pestaggio avvenuto la sera del 2 ottobre scorso, quando nel mirino di Troncone jr e del cugino Merolla sarebbero finiti due topi d’auto originari di Soccavo. Intercettati proprio a pochi passi dall’abitazione del ras, i presunti ladri vennero bloccati dal commando e malmenati. Ad avere la peggio fu soprattutto Domenico Marcone, volto già noto agli archivi delle forze dell’ordine, al quale il 24enne Troncone e il cugino spaccarono due denti e procurarono gravissime lesioni alla mandibola. Non solo, il presunto ladro venne anche prelevato in auto - un vero e proprio rapimento - e poi scaraventato giù dopo alcuni metri.

Nonostante la scrupolosa attività di indagine, supportata tra l’altro da alcune intercettazioni ambientali e dalle immagini di due telecamere della zona, l’inchiesta ha finito per polverizzarsi in sede di convalida. Ieri pomeriggio, infatti, dando pieno accoglimento alle argomentazioni dei legali di Troncone jr, gli avvocati Antonio Abet e Andrea Lucchetta, il gip ha deciso di non convalidare il provvedimento di fermo, disponendo così l’immediata scarcerazione del 24enne. Proprio il ritorno a piede libero del rampollo potrebbe però adesso innescare ulteriori fibrillazioni nel quartiere. Gli inquirenti che stanno lavorando al caso - le indagini sono sull’agguato ai danni del padre sono condotte dai carabinieri - temono infatti che la cosca di via Costantino possa ancora finire nel mirino dei gruppi rivali. Il movente di questa drammatica scia di sangue iniziata con l’omicidio di Antonio Volpe e proseguita con quello, recentissimo, di Andrea Merolla, è ancora da inquadrare. Ma investigatori e pm sono quasi certi che il nocciolo della questione sia da ricondurre al sempre remunerativo controllo delle piazze di spaccio attive a Fuorigrotta. Intanto Vitale Troncone, dopo essere stato sottoposto a un nuovo delicato intervento chirurgico alla gamba, resta ricoverato ancora in gravissime condizioni all’Ospedale del Mare. Il 53enne non è più in pericolo di vita, ma al momento non ha ancora ripreso coscienza e la prognosi resta riservata. La caccia al commando di morte prosegue intanto senza sosta.

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