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«Ecco il mandante dell’attentato di via Ferrante Imparato»

«Ecco il mandante dell’attentato di via Ferrante Imparato»

Ad Antonio Perna scoppiò l’ordigno in mano mentre lo posizionava e morì

NAPOLI. Anche la morte violenta di Antonio Perna, al quale il 20 dicembre 2017 scoppiò in mano la bomba che stava per piazzare davanti a un palazzo in via Ferrante Imparato, sarebbe attribuibile alla guerra di camorra di San Giovanni a Teduccio. Parola di Antonio Costabile, l’ultimo pentito in ordine di tempo proveniente dalla malavita della zona, che in un verbale del 6 agosto scorso ha anche indicato chi avrebbe ordinato l’attentato intimidatorio e il bersaglio: Salvatore Fido, ras dei Mazzarella, da ritenere comunque estraneo ai fatti narrati dal collaboratore di giustizia fino a prova contraria, così come non è certo chi fosse il destinatario della grave minaccia. Ecco alcuni passaggi delle sue dichiarazioni. «Fu una parente di Francesco Silenzio», ha riferito Antonio Costabile, «a dirci che la bomba era stata messa per colpire ……..(omissis) e non Giovanni Tammaro.

La donna ci riferì pure che Antonio Di Matteo aveva ricevuto un avvertimento da Salvatore Fido, il quale poi gli fece mettere la bomba sotto casa da Antonio Perna e sua moglie Monica perché non aveva voluto fargli un regalo per la sua scarcerazione». Il presunto destinatario è imparentato indirettamente con i Silenzio. Il 20 dicembre 2017 l’attentato si ritorse tragicamente contro l’attentatore e la compagna che lo accompagnava. Antonio Perna, 32enne del rione Pazzigno con legami tra i Mazzarella e i D’Amico di San Giovanni a Teduccio, morì poche ore dopo nonostante i disperati tentativi dei medici del Cardarelli. Lui e la compagna Monica Veneruso, 43enne residente a Ponticelli ma anch’ella originaria di Pazzigno, furono investiti dall’esplosione di una bomba carta rudimentale di circa un chilo mentre si trovavano davanti a un palazzo in via Ferrante Imparato.

Erano le 4 circa e lì abitava il presunto bersaglio. Ma nessuno rimase ferito, oltre alle due vittime, proprio perché qualcosa andò storto nel corso dell’intimidazione. Antonio Perna fu investito in pieno dallo scoppio mentre Monica Veneruso (prosciolta poi da ogni accusa di complicità con il compagno) in maniera meno violenta perché si trovava a qualche metro di distanza e così si salvò. L'ordigno esploso in via Ferrante Imparato e distrusse un cancello esterno e un cancelletto interno, oltre alle porte interne del palazzo, danneggiando anche due autovetture parcheggiate in strada. Per diversi minuti si scatenò il panico nell’intera zona e solo l’arrivo delle forze dell’ordine riportò la calma. La bomba, secondo gli accertamenti condotti dagli artificieri dei carabinieri, pesava oltre un chilogrammo ed era di fattura artigianale, come quelli utilizzati nella notte di San Silvestro.

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