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Delitto Capone, sopralluogo dei killer due giorni prima

Delitto Capone, sopralluogo dei killer due giorni prima

Il 42enne centrato al volto come Vitale Troncone, ormai fuori pericolo.Si attende la perizia balistica sulla “Beretta” trovata in via Leopardi

NAPOLI. Nei giorni precedenti all’agguato a Salvatore Capone erano stati notati 2 motociclisti armati nella zona del “Serpentone”, in via Leopardi a Fuorigrotta. Probabilmente gli stessi che nella notte di Capodanno hanno ucciso il 42enne nei pressi della sua abitazione, dando continuità all’accelerazione della faida tra i Troncone e i CesiIadonisi. Anch’egli, come il ras Vitale il 23 dicembre scorso, è stato centrato al volto dai killer: circostanza su cui gli investigatori stanno ragionando per capire se si tratta di una coincidenza oppure no. Nel frattempo aumentano gli indizi a sostegno della tesi di un allargamento della guerra a Bagnoli (gli Esposito) e Rione Traiano-Soccavo (i Sorianiello), quanto meno a livello di alleanze con i Cesi-Iadonisi. Sul fronte opposto il gruppo con base in via Caio Duilio avrebbe buoni rapporti con i Frizziero, legati agli Zazo e ai Fuorigrotta, ma anche in questo caso non sul piano militare.

Ce n’è abbastanza per preoccuparsi del futuro. Ma intanto le indagini sull’ultimo omicidio vanno avanti a ritmo serrato. I poliziotti della Squadra mobile della questura e del commissariato San Paolo attendono dai colleghi della Scientifica gli esiti degli accertamenti sulla pistola “Beretta” 7,65 trovata a una cinquantina di metri dal corpo senza vita di Salvatore Capone. I bossoli dei proiettili che l’hanno centrato sono di calibro diverso, 9, e di conseguenza l’arma non è stata utilizzata per l’agguato. Era sua e gli è caduta durante la fuga disperata per evitare di essere ucciso? È l’ipotesi maggiormente presa in considerazione dagli investigatori, ma potrebbe anche appartenere al malvivente che non ha sparato e che l’avrebbe persa nel fuggire a tutto gas. In ogni caso è difficile pensare che al 42enne non fosse arrivata all’orecchio la notizia del sopralluogo dei killer in via Leopardi qualche giorno prima della fine dell’anno.

La voce infatti alle forze dell’ordine è arrivata da fonti di strada. Dunque, polizia, carabinieri (che indagano con il coordinamento della Dda) si trovano di fronte a un quartiere in fibrillazione, le cui conseguenze arriverebbero pure alle zone limitrofe. Ma se fino a ottobre scorso la faida procedeva lentamente, a novembre si è verificata una brusca accelerazione. Non poteva essere diversamente perché il 10 del mese in via Caio Duilio è stato ucciso Andrea Merolla, nipote e autista di Vitale Troncone. Poi è toccato a quest’ultimo subire un agguato che doveva essere mortale e che per puro caso non lo è stato, fino a quella che viene considerata dagli investigatori una vendetta: la morte violenta di Salvatore Capone. Il 42enne, oltre ad essere un fedelissimo degli Iadonisi del Rione lauro, si vedeva spesso a Bagnoli nella zona controllata dagli Esposito di Massimiliano “’o scognato”, a loro volta legati all’alleanza di Secondigliano. Ecco perché tra le forze dell’ordine è scattato l’allarme rosso

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