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03 Gennaio 2022 - 07:00
Il 42enne centrato al volto come Vitale Troncone, ormai fuori pericolo.Si attende la perizia balistica sulla “Beretta” trovata in via Leopardi
NAPOLI. Nei giorni precedenti all’agguato a Salvatore Capone erano stati notati 2 motociclisti armati nella zona del “Serpentone”, in via Leopardi a Fuorigrotta. Probabilmente gli stessi che nella notte di Capodanno hanno ucciso il 42enne nei pressi della sua abitazione, dando continuità all’accelerazione della faida tra i Troncone e i CesiIadonisi. Anch’egli, come il ras Vitale il 23 dicembre scorso, è stato centrato al volto dai killer: circostanza su cui gli investigatori stanno ragionando per capire se si tratta di una coincidenza oppure no. Nel frattempo aumentano gli indizi a sostegno della tesi di un allargamento della guerra a Bagnoli (gli Esposito) e Rione Traiano-Soccavo (i Sorianiello), quanto meno a livello di alleanze con i Cesi-Iadonisi. Sul fronte opposto il gruppo con base in via Caio Duilio avrebbe buoni rapporti con i Frizziero, legati agli Zazo e ai Fuorigrotta, ma anche in questo caso non sul piano militare.
Ce n’è abbastanza per preoccuparsi del futuro. Ma intanto le indagini sull’ultimo omicidio vanno avanti a ritmo serrato. I poliziotti della Squadra mobile della questura e del commissariato San Paolo attendono dai colleghi della Scientifica gli esiti degli accertamenti sulla pistola “Beretta” 7,65 trovata a una cinquantina di metri dal corpo senza vita di Salvatore Capone. I bossoli dei proiettili che l’hanno centrato sono di calibro diverso, 9, e di conseguenza l’arma non è stata utilizzata per l’agguato. Era sua e gli è caduta durante la fuga disperata per evitare di essere ucciso? È l’ipotesi maggiormente presa in considerazione dagli investigatori, ma potrebbe anche appartenere al malvivente che non ha sparato e che l’avrebbe persa nel fuggire a tutto gas. In ogni caso è difficile pensare che al 42enne non fosse arrivata all’orecchio la notizia del sopralluogo dei killer in via Leopardi qualche giorno prima della fine dell’anno.
La voce infatti alle forze dell’ordine è arrivata da fonti di strada. Dunque, polizia, carabinieri (che indagano con il coordinamento della Dda) si trovano di fronte a un quartiere in fibrillazione, le cui conseguenze arriverebbero pure alle zone limitrofe. Ma se fino a ottobre scorso la faida procedeva lentamente, a novembre si è verificata una brusca accelerazione. Non poteva essere diversamente perché il 10 del mese in via Caio Duilio è stato ucciso Andrea Merolla, nipote e autista di Vitale Troncone. Poi è toccato a quest’ultimo subire un agguato che doveva essere mortale e che per puro caso non lo è stato, fino a quella che viene considerata dagli investigatori una vendetta: la morte violenta di Salvatore Capone. Il 42enne, oltre ad essere un fedelissimo degli Iadonisi del Rione lauro, si vedeva spesso a Bagnoli nella zona controllata dagli Esposito di Massimiliano “’o scognato”, a loro volta legati all’alleanza di Secondigliano. Ecco perché tra le forze dell’ordine è scattato l’allarme rosso
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