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«Siete una brava persona ma ve ne dovete andare»

«Siete una brava persona ma ve ne dovete andare»

Così i Silenzio hanno occupato il territorio del Bronx

NAPOLI. “’O zi’, voi siete una brava persona. Ma ve ne dovete andare”. E alla domanda dell’impaurito interlocutore, la risposta fu glaciale: “non sono problemi miei”. Era il 7 dicembre 2017 quando il ras del “Bronx” di San Giovanni a Teduccio Francesco Silenzio si presentò a casa di O.S., legittimo assegnatario di un alloggio popolare in via Alveo Artificiale, facendogli un discorsetto che più chiaro non poteva essere. Era attorniato da 5 affiliati e ripeté le minacce anche nei mesi successivi, fino a giugno dell’anno successivo.

Quando dalle parole il clan passò ai fatti e l’appartamento fu vandalizzato: muri distrutti, armadi e bagni rotti, infissi rubati. La vittima pensò di non poter più resistere alle pressioni e temendo ulteriori ritorsioni andò via con la famiglia. L’occupazione del territorio da parte dei Silenzio è stata costante. Come dimostra un altro episodio ricostruito dagli inquirenti e di cui rispondono altri 4 indagati nell’inchiesta che il 30 novembre scorso ha inferto un duro colpo al clan. In questo caso nel mirino era finita una donna, apostrofata e minacciata più volte. “Puttana, troia, ci devi dare la casa! Ti dobbiamo sparare in faccia”. La vittima ha a lungo convissuto, con gravi conseguenze sul piano emotivo, da aprile 2019 a maggio 2020, ma è riuscita a resistere. Delle minacce con l’aggravante mafiosa alla signora Carmela rispondono (ferma restando la presunzione d’innocenza per tutti gli indagati nell’inchiesta) in 4: Vincenzo Silenzio, Mariglen Lazri, Alfonso Silenzio e Salvatore Silenzio.

A quell’epoca “Enzo” era latitante e si faceva vivo con la vittima, originaria oltre che residente a San Giovanni a Teduccio, attraverso Lazri. Quest’ultimo si presentava a casa della donna con un telefono cellulare per metterla in contatto con il suo capo. Il 20 aprile 2020, nella ricostruzione della Dda sulla base delle indagini della Mobile di Napoli, le frasi minacciose furono: “Puttana troia, ci devi dare la casa! Ti dobbiamo sparare in faccia”. Erano circa le 18: sembrava finita e invece due 2 ore dopo Mariglen Lazri si ripresentò a casa della signora sempre con lo stesso cellulare e chiamò Vincenzo Silenzio, il quale ricominciò con altre minacce. “Se non mi dai l’auto e gli orologi, ti mando i miei fratelli!”, ben sapendo che il cognome della famiglia malavitosa del “Bronx” incuteva timore. Un mese dopo si verificò l’ultimo episodio ricostruito dagli inquirenti. Era il 22 maggio e in quel caso la frase fu: “Devi lasciare la casa, altrimenti faccio venire i miei fratelli e si occuperanno loro di farti uscire!”.

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