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Hashish dal Marocco a Palermo, il ruolo dei tre corrieri napoletani

Hashish dal Marocco a Palermo, il ruolo dei tre corrieri napoletani

 L’operazione “Brevis II” della procura antimafia siciliana

NAPOLI. L’hashish proveniva dal Marocco, arrivava via mare a Malaga attraverso lo stretto di Gibilterra e dalla Spagna i corrieri napoletani la portavano a Palermo per consegnarlo ai narcos collegati alla mafia che gestivano il traffico. Ecco il retroscena più interessante dell’inchiesta che lo scorso 14 dicembre ha consentito di smantellare un’organizzazione composita con 8 arresti e una serie di sequestri. Un’indagine molto difficile perché le precauzioni adottate dai componenti del gruppo dei trafficanti erano state sempre accuratissime. A cominciare dal continuo cambio delle autovetture e delle simcard utilizzate durante il trasporto della droga per finire all’intestazione dei numeri a cittadini stranieri e all’occultamento nelle scocche dello stupefacente. Gli indagati napoletani nell’inchiesta sono Ugo D’Anna, 35enne, Antonio Giordano, 33enne partenopeo e Ciro Ceccarelli, 27enne di San Giorgio a Cremano.

Sarebbero stati loro, secondo quanto emerso dalle intercettazioni e dai pedinamenti compiuti dai carabinieri con il coordinamento della Dda di Palermo, a svolgere il ruolo di corrieri di hashish lungo la rotta Napoli-Palermo fino alla sua conclusione: la consegna nelle mani dei siciliani che gestivano il deposito di via Basile, nel capoluogo isolano. Gli investigatori si sono mossi con estrema accortezza per evitare di essere scoperti dai “sospetti”, al punto da battere in ritirata perché il luogo era troppo stretto e c’era il rischio di mandare tutto all’aria.

L’organizzazione gestiva un traffico di cocaina, hashish e marijuana e dello spaccio in diverse zone di Palermo. Ma soltanto per l’hashish gli indagati si erano rivolti al gruppo di corrieri campani che si sarebbero riforniti direttamente a Malaga e che avrebbero curato il trasporto della sostanza fino al capoluogo siciliano. Per la cocaina, invece, avrebbero fatto riferimento a calabresi che si sarebbero fatti carico della consegna. Il ricavato dal traffico e dallo spaccio di droga sarebbe servito al mantenimento dei familiari dei detenuti.È quanto emerge dal blitz antimafia “Brevis II” dei carabinieri del Comando provinciale di Palermo che ha dato un nuovo colpo al mandamento di “Pagliarelli” con l’arresto di otto persone, a seconda delle varie posizioni accusate di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione e trasferimento fraudolento di beni e valori, tutte aggravate dal metodo mafioso. L’indagine sui napoletani riguarda soltanto la droga. Nel complesso l’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia ha fatto luce suun’associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e deputata alla redistribuzione della droga in diverse aree di Palermo. Il gruppo criminale, con a capo proprio il vertice del mandamento, poteva contare su “un continuo afflusso” di stupefacente garantito dalla rete criminale di rifornimento.

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