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Due pusher presi in flagranza dai carabinieri nella Vela Rossa

Due pusher presi in flagranza dai carabinieri nella Vela Rossa

D’Urso e Rea non hanno avuto il tempo di tentare la fuga

NAPOLI. Sono stati sorpresi con le mani nella marmellata, nel caso specifico con la droga e non proprio in modica quantità. Così due giovani napoletani di Scampia già conosciuti dagli investigatori si sono visti stringere le manette ai polsi in pochi secondi mentre “lavoravano” nella zona della Vela Rossa. Il tempo di accorgersi che erano circondati da carabinieri in borghese e già non c’era più tempo per tentare la fuga, comunque impossibile visto che i militari avevano ben congegnato l’operazione. Per Renato D’Urso e Antonio Rea, rispettivamente di 24 e 27 anni, le manette sono scattate in flagranza di reato, me nessuno di essi ha potuto usufruire del giudizio con rito direttissimo e quindi resteranno nel carcere di Poggioreale (tranne il caso di un’immediata attenuazione della misura cautelare) almeno per un po’. Sono stati i carabinieri ad arrestare i 2 pusher nella Vela Rossa al termine di un blitz che non è frutto di casualità né di fortuna (che comunque è sempre gradita in casi del genere). Gli uomini dell’Arma avevano saputo che i 2 giovani bazzicavano quella zona e hanno deciso di andare a dare un’occhiata.

Così Renato D’Urso e Antonio Rea sono stati notati in atteggiamenti e comportamenti sospetti che hanno spinto gli investigatori a intervenire con una buona dose di certezza di portare a casa i risultati. Il blitz non ha dato il tempo al 27enne e al 24enne di prendere le contromisure ed entrambi sono stati arrestati per detenzione di droga a fini di spaccio. I carabinieri del nucleo operativo di Napoli Stella hanno fatto scattare le manette proprio nella Vela Rossa, in momenti diversi ma nel giro di pochi minuti. Renato D’Urso è stato sorpreso mentre cedeva una dose di crack a un cliente e, all’atto della perquisizione, è emerso che nelle tasche aveva 275 euro in contante. In quelle di Antonio Rea, invece, i militari dell’Arma hanno trovato e sequestrato 17 dosi di cocaina, 31 di crack, altrettante di eroina, 5 di hashish e 13 di cobret: complessivamente circa 74 grammi di sostanza stupefacente e oltre 600 euro in contante, ritenuto provento illecito e quindi anch’esso finito sotto sequestro. Entrambi sono finiti nel carcere di Poggioreale, in attesa di giudizio. Sia Renato D’Urso che Antonio Rea non hanno condanne a carico né sono ritenuti legati a clan di camorra. Il fatto che siano stati arrestati in una zona storicamente sotto l’influenza degli “scissionisti” non rappresenta un elemento tale da accostarli alla malavita organizzata. Piuttosto gli investigatori sottolineano come il turn over sia continuo tra i pusher, così da essere sempre in grado di mantenere un livello sufficiente di vendita al dettaglio di droga. È vero che il volume d’affari del traffico di stupefacenti a Scampia è molto diminuito rispetto ai tempi di “Gomorra”, ma non abbastanza per allontanare dal quartiere la fama di regno della droga insieme al Rione Traiano.

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