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06 Gennaio 2022 - 07:00
Terremoto nell’appello-bis, l’uomo dei Bocchetti scagionato dalla perizia.Delitto Bacioterracino, il presunto sicario assolto dopo due ergastoli
NAPOLI. Diciassette collaboratori di giustizia, ultimo in ordine di tempo l’ex boss di Miano Antonio Lo Russo, e un video choc che ha fatto letteralmente il giro del mondo non sono bastati a inchiodarlo all’accusa di essere l’esecutore materiale dell’omicidio di Mariano Bacioterracino. Dopo dodici anni di indagini e due ergastoli, l’inchiesta che avrebbe dovuto fare luce sullo spietato delitto consumatosi l’11 maggio del 2009 ai Vergini, nella zona bassa del rione Sanità, torna al punto di partenza. La quarta sezione della Corte d’assise d’appello di Napoli, chiamata a un nuovo verdetto dopo il precedente annullamento della Cassazione, ha assolto il presunto killer del clan Sacco-Bocchetti Costanzo Apice.
L’agguato mortale costato la vita a Bacioterracino, rapinatore vicino al clan Misso, era stato diffuso dalla Procura nell’autunno del 2009 e in poche ore era stato diffuso da tutte le principali emittenti televisive nazionali ed europee. La registrazione mostrava il sicario, il cui volto era in parte nascosto da un cappellino, che in pochi istanti e con un’azione implacabile e spietata freddava l’obiettivo designato davanti al bar di via Vergini. Per Bacioterracino non ci fu alcuna possibilità di scampo e morì sul colpo davanti agli occhi terrorizzati di decine di passanti. Di lì a breve l’autore del delitto venne identificato in Costanzo Apice e le accuse lanciate nei suoi confronti da sedici pentiti andarono effettivamente a segno. Apice venne infatti condannato alla pena dell’ergastolo sia in primo che in secondo grado. Ma quello scaturito dopo l’annullamento della condanna in Cassazione è stato un vero e proprio terremoto giudiziario
Nel processo d’appello-bis conclusosi ieri Apice, difeso dagli avvocati Claudio Davino e Michele Caiafa, è stato infatti assolto dal l’accusa di aver ammazzato Mariano Bacioterracino. Il “ribaltone” è arrivato nonostante le recentissime accuse dell’ex boss Antonio Lo Russo e la confessione del killer dei “Capitoni” Oscar Pecorelli. La svolta è arrivata soprattutto grazie alla nuova perizia disposta dalla Corte d’assise d’appello: la consulenza tecnica effettuata sull’ormai famosissimo video ha infatti stabilito che non era possibili accertare al di là di ogni ragionevole dubbio che il killer inquadrato fosse effettivamente Apice. In particolare, alcuni tratti distintivi emersi dall’analisi antropometrica non sarebbero compatibili con i tratti somatici dell’imputati. Preso atto della profonda incertezza del quadro indiziario, i giudici della quarta sezione non hanno dunque potuto far altro che scagione il presunto killer. Costanzo Apice resta ad ogni modo detenuto in quanto già condannato anche per l’omicidio del ras di San Pietro a Patierno, Carmine Grimaldi “bombolone”. Stando a quanto raccontato negli anni scorsi dal pentito Antonio Zaccaro, il movente del delitto Bacioterracino sarebbe da ricondurre alla presunta partecipazione di quest’ultimo all’omicidio di Gennaro Moccia, un delitto risalente agli ormai lontani Ottanta. Un giallo oggi più che mai lontano dalla soluzione
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