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10 Gennaio 2022 - 07:00
Alla sbarra il gruppo Scognamiglio nato sulle ceneri del clan dei “Capitoni”.Estorsione da 125mila euro al “Caffè Europa”, chiesto il rito abbreviato
NAPOLI. Sulle ceneri del vecchio clan Lo Russo avevano riorganizzato in pochi mesi un nuovo gruppo criminale. Non si sarebbero però accontentati di imporre la propria presenza nel quartiere Miano, ma avrebbero deciso di puntare addirittura alla zona di Scampia. Nel mirino era così finito un noto bar situato a ridosso dello Chalet Bakù, roccaforte degli Scissionisti del clan Notturno, i cui titolari sono stati vessati per mesi affinché versassero una maxi-tangente estorsiva. Il piano espansionistico è ben presto andato in frantumi e ad agosto scorso il commando è stato assicurato alla giustizia. Ebbene, dopo la rapidissima conclusione delle indagini preliminari e incassato il rinvio a giudizio, quattro degli emergenti ras finiti in manette hanno chiesto di essere processati con il rito abbreviato.
Processo-sprint, dunque, per Pasquale Scognamiglio, Salvatore Ronga, Luca Isaia e Giovanni Scognamiglio. Assistiti dagli avvocati Domenico Dello Iacono, Rocco Maria Spina e Carlo Ercolino, i quattro neo imputati proveranno a limitare i danni puntando, in caso di condanna, a un sostanzioso sconto di pena. L’udienza è stata appena fissata per il prossimo febbraio, quando sfileranno davanti al gip di Napoli, Fabrizio Finamore. Dopo i primi due arresti in flagranza scattati per Salvatore Ronga e Luca Isaia, la tegola giudiziaria era arrivata il 10 agosto anche per gli altri tre indagati che avrebbero preso parte alle “spedizioni” ai danni del bar “Caffè Europa”. Il gip ha infatti disposto la custodia cautelare in carcere, oltre che per i primi due fermati, anche per Pasquale Scognamiglio, Giovanni Scognamiglio e Giuseppe Romano. Della vicenda il nostro giornale aveva già fornito alcune anticipazioni e gli ulteriori sviluppi non si sono fatti attendere.
Il gruppo di “abbasc Miano” era tornato a mostrare i muscoli dopo il recente azzeramento del rivale clan Cifrone. Sarebbe questo il contesto nel quale è maturata la cattura di Isaia e Ronga, arrestati in flagranza di reato con l’accusa di tentata estorsione aggravata dal metodo e dalla finalità mafiosa. Dagli atti dell’indagine emergeva che l’obiettivo della spedizione estorsiva fosse il “Caffè Europa” di via Napoli Roma verso Scampia. Tra l’altro è proprio grazie alla testimonianza del titolare dell’attività che le indagini sono arrivate a una svolta. Dalla lettura dei capi di imputazione si apprende che il commando avrebbe preteso del commerciante la consegna di 125mila euro, suddivisa in rate da 5mila euro mensili, quale presunto residuo di un prestito di natura usuraria che il barista e la madre avevano contratto alcuni anni fa con l’indagato Giuseppe Romano. Quella che ne è scaturita è stata un’inscalabile montagna di debiti, alla quale hanno presto seguito diverse minacce, andate avanti a ritmo martellante dal 29 luglio fino al 7 agosto scorsi. Se dell’ultimo “blitz” si sono resi protagonisti Ronga e Isaia, nella prima occasione sarebbero stati invece “Pino” Romano e un cugino a presentarsi nel bar di Scampia, intimando al titolare di consegnare il denaro.
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