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Il boss Piccirillo torna dentro

Il boss Piccirillo torna dentro

La condanna per associazione mafiosa diventa definitiva e per il ras della Torretta si riaprono le porte del carcere

NAPOLI. La condanna per associazione mafiosa diventa definitiva e, dopo il recente verdetto della Cassazione, per il ras della Torretta di Chiaia si riaprono le porte del carcere. Rosario Piccirillo, alias “’o biondo”, come riportato dal sito “Internapoli”, si è presentato spontaneamente a Secondigliano. I reati per i quali è stato condannato risalgono alla fine degli anni Novanta, ma la giustizia, seppur lentamente, ha comunque fatto il proprio corso e alla fine per lo storico capozona ecco che è arrivata la nuova tegola. Rosario Piccirillo, volto molto noto della criminalità organizzata di Chiaia e dintorni, aveva fatto parlare di sé già l’estate scorsa, quando era tornato nuovamente a Napoli dopo un periodo trascorso nel Casertano. Rosario Piccirillo “’o biondo”, è balzato alla ribalta della cronaca come carismatico personaggio entrato nella storia della malavita organizzata come capo del clan omonimo da sempre in contrapposizione ai Frizziero in un continuo ribaltamento delle posizioni dominanti. Come misura di sicurezza era stato costretto all’esilio a Sessa Aurunca, nel Casertano, e a lungo a Napoli non si era visto.

Da quando ha ultimato anche questa pendenza con la giustizia è stato però avvistato nella sua zona d’origine. Rosario Piccirillo, sia ben chiaro, non aveva in quel frangente nessuna pendenza giudiziaria. Ciò non toglie che gli investigatori sono stati particolarmente attenti alle sue eventuali mosse e lo hanno monitorato con estrema attenzione. Anche in considerazione che negli anni in cui il “biondo” è stato fuori città il peso dei Frizziero nello scacchiere del quartiere è aumentato, con la presenza costante in zona anche di affiliati di spicco originari di Fuorigrotta. La storia della camorra della Torretta si regge molto sulla guerra, alternata a periodi tregua e pace, tra i Frizziero e i Piccirillo. Fondamentale, per gli equilibri nel quartiere, si rivelò la perdita della libertà del ras Rosario “’o biondo”, forte in zona e molto vicino all’Alleanza di Secondigliano. Cognomi che ricorrono e che valgono negli ambienti di camorristica come un marchio importante.

E va anche sottolineato che il controllo della Torretta, proprio perché confinante con Chiaia, diventa importante per poter “lavorare” in una delle zone bene di Napoli, ricca di attività commerciali e imprenditoriali, tra cui i settori alberghiero e di ristorazione (al netto della pandemia che nessuno poteva però prevedere). Dei contrasti tra i Piccirillo e i Frizziero ha parlato, a maggio 2017, Giuseppe Misso junior: «I Frizziero accusavano Panzuto e Piccirillo di aver sparato contro Alvino Frizziero, un giovane che all’epoca del fatto era ancora minorenne, e di aver fatto sparire Arturo Frizziero (“’o capitano”, ndr). Di queste vicende ho avuto occasione in diverse circostanze di parlare con un nipote di Piccirillo, e con il fratello di quest’ultimo di nome Ciro e che è soprannominato “Barabba”. Da notizie apprese da ho saputo che non erano stati i Piccirillo a far sparire Arturo Frizziero, persona mentalmente instabile per cui non avevano alcun interesse particolare e di conseguenze le accuse nei loro confronti erano infondate».

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