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Vaccini, nuovo effetto collaterale: la scoperta degli esperti

Vaccini, nuovo effetto collaterale: la scoperta degli esperti

Gli scienziati hanno scoperto un nuovo effetto collaterale legato alla vaccinazione con AstraZeneca e Johnson&Johnson.

Come riporta Quifinanza.it, secondo gli esperti, infatti, ci sarebbero dei casi molto rari di mielite trasversa dopo il vaccino.

L’annuncio è stato dato dall’Ema, Agenzia europea del farmaco, ente regolatorio dell’Unione europea, che ha raccolto le conclusioni del Comitato per la farmacovigilanza Prac.

Ma cos’è la mielite trasversa? E come si guarisce?

 

 

Mielite trasversa dopo il vaccino: il parere dell’Ema

Il Comitato per la farmacovigilanza Prac dell’Agenzia del farmaco Ema ha deciso di aggiungere la mielite trasversa come reazione avversa dei vaccini a vettore adenovirale Vaxzevria di AstraZeneca e Janssen (Johnson&Johnson).

La frequenza, al momento, è sconosciuto.

A riferirlo ci ha pensato la stessa Ema, sintetizzando le conclusioni emerse dall’ultimo meeting del pool di esperti che si è tenuto dal 10 al 13 gennaio.

Il Prac ha raccomandato di modificare le informazioni sul prodotto per entrambi i vaccini, includendo un’avvertenza per sensibilizzare gli operatori sanitari e le persone a cui vengono somministrati su questi casi.

A proposito di vaccini, ecco quali sono quelli obbligatori in Italia.

 

 

Mielite trasversa, cos’è e quali sono i sintomi

La mielite trasversa (Tm) è una rara condizione neurologica caratterizzata da un’infiammazione di uno o entrambi i lati del midollo spinale.

Può causare debolezza alle braccia o alle gambe, sintomi sensoriali (come formicolio, intorpidimento, dolore o perdita della sensazione di dolore) o problemi con la funzione della vescica o dell’intestino.

Il comitato ha esaminato le informazioni disponibili sui casi segnalati a livello globale, compresi quelli presenti nella banca dati europea per sospetti effetti collaterali (EudraVigilance) e i dati della letteratura scientifica, per entrambi i vaccini.

E la conclusione dell’analisi è stata che “una relazione causale tra questi due vaccini e la mielite trasversa è almeno una possibilità ragionevole. Il profilo rischio-beneficio di entrambi i vaccini rimane invariato“.

 

 

L’Ema ha annunciato che continuerà a “monitorare da vicino questo problema”. Intanto però l’ente regolatorio dell’Unione europea ha invitato gli operatori sanitari e le persone che ricevono i vaccini (ecco gli effetti collaterali più diffusi, sino ad ora) a prestare attenzione a eventuali sintomi perché siano possibili diagnosi precoci, cure di supporto e trattamento. Per chi, dopo l’iniezione, dovesse sviluppare sintomi di mielite trasversa, il consiglio dell’Ema è di “rivolgersi immediatamente a un medico“.

Secondo il centro medico Sant’Agostino, il paziente può guarire dalla mielite sottoponendosi a specifici trattamenti farmacologici in grado di ridurre l’infiammazione alla colonna vertebrale.

Servono comunque una visita neurologia o una risonanza magnetica. Per quel che riguarda la prognosi, questa dipende in particolar modo dalla gravità della forma di mielite.

 

 

Nuovi problemi per AstraZeneca

Non è la prima volta che il vaccino AstraZeneca finisce sotto “accusa” da parte degli organi sanitari. Il prodotto scudo contro il virus, infatti, ha subito diverse battute d’arresto tra cui ritardi alla produzione e indagini da parte delle autorità in seguito a rari casi di gravi effetti collaterali come trombosi, che hanno portato diversi Paesi a limitarne o interromperne l’uso. A proposito di vaccini e protezione, ecco in quali circostanze può diminuire l’efficacia.

 

 

Vaccino covid, terza dose e terapia intensiva: i nuovi dati

Covid e vaccino covid con terza dose. Cosa dicono gli ultimi dati? "Nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster, l'efficacia nel prevenire la diagnosi" di Covid-19 "e i casi di malattia severa è pari rispettivamente al 68,8% e al 98%", sottolinea l'Istituto superiore di sanità, nel report esteso sull'andamento dell'epidemia in Italia.

"L'efficacia del vaccino (riduzione del rischio rispetto ai non vaccinati) nel prevenire la diagnosi di infezione Sars-CoV-2 - dettaglia l'Iss - è pari a 71% entro 90 giorni dal completamento del ciclo vaccinale, 57% tra i 91 e 120 giorni, e 34% oltre 120 giorni. Rimane elevata l'efficacia vaccinale nel prevenire casi di malattia severa: 95% nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni, 93% nei vaccinati con ciclo completo da 91 e 120 giorni e 89% nei vaccinati che hanno completato il ciclo vaccinale da oltre 120 giorni".

Quanto al tasso di ricoverati per Covid in terapia intensiva è pari a 26,7 ogni 100mila per i non vaccinati e a 0,7 ogni 100mila per i vaccinati con ciclo completo più dose aggiuntiva/booster: 38 volte superiore: è uno dei dati che emerge dal report esteso dell'Iss.

 

 

Vaccino, 92mila prime dosi in un giorno: non succedeva da settembre

Quasi 92mila prime dosi di vaccino anti-Covid sono state somministrate nella giornata di ieri, sabato 15 gennaio. Un numero così alto non veniva registrato da settembre.

Il totale delle somministrazioni dall'inizio della campagna vaccinale è pari a 119.840.779 dosi. Gli over 12 che hanno ricevuto almeno una dose sono 48.559.112, se si aggiungono quelli guariti da al massimo 6 mesi si arriva ad oggi al numero di 49.095.966 persone.

Mentre gli over 12 con ciclo vaccinale completo sono 46.867.461: in 26.626.304 hanno ricevuto anche la booster.

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