Cerca

All’alba della faida di Scampia, tredici indagati per dieci omicidi

All’alba della faida di Scampia, tredici indagati per dieci omicidi

Faida con i Licciardi ed epurazioni interne, sotto inchiesta i capi dei Di Lauro.Ricostruita la mattanza scatenata dall’assassinio di Esposito “il Principino”

NAPOLI. Cinque mesi di puro inferno, in cui il precario equilibrio tra i clan Di Lauro e Licciardi ha rischiato di andare in frantumi, scatenando una scia di sangue senza precedenti. Il prezzo da pagare per ristabilire la pax di camorra a Secondigliano fu comunque altissimo, ma adesso, a distanza di quasi 25 anni, le indagini su quell’atroce stagione sembrano essere arrivate a un primo, importante punto di svolta. La Direzione distrettuale antimafia ha infatti notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a tredici boss e killer, alcuni dei quali oggi collaboratori di giustizia, ritenuti a vario titolo responsabili di ben dieci omicidi e due agguati non mortali. Siamo nella seconda metà degli anni ’90 e la scia di sangue prende piede in seguito al delitto di Vincenzo Esposito “il Principino”, ras dei Licciardi assassinato dopo una furibonda rissa in discoteca con alcuni affiliati di punta al clan Di Lauro, all’epoca ancora riunito sotto un’unica bandiera con gli Amato-Pagano, e strettamente alleato con i Lo Russo di Miano.

Tornando all’inchiesta odierna e sfogliando l’elenco dei capi di imputazione, si apprende dunque che Antonio Prestieri è indagato per il tentato omicidio di Carmine Brancaccio, avvenuto alla Masseria Cardone il 17 marzo 1997, dopo la rissa in discoteca tra un gruppo dei Licciardi guidati da Vincenzo Esposito “il Principino” e alcuni giovani dei Di Lauro, tra cui Gennaro Romano. Paolo Di Lauro, Antonio Leonardi e Gennaro Russo devono rispondere dell’omicidio di Pasquale Benderi “Peugeot”, affiliato ai Di Lauro, assassinato a Melito il 25 marzo 1997 in quanto sospettato dal suo stesso clan di essere un confidente della polizia. Paolo Di Lauro, Ettore Sabatino e Raffaele Amato sono indagati per l’omicidio di Ciro Cianciulli, che voleva passare con i Licciardi e che per questo motivo fu ucciso con sette colpi di pistola il 3 aprile 1997.

Paolo Di Lauro, Giuseppe Lo Russo, Antonio Leonardi, Maurizio Prestieri e Gennaro Trambarulo sono indagati per gli omicidi di Francesco Fusco e Armando Esposito: si trattò della risposta all’omicidio di Vincenzo Esposito “il Principino”, avvenuta il 17 marzo 1997: un’epurazione interna resasi necessaria per riportare la pace con il clan della Masseria Cardone, il delitto avvenne il 7 aprile 1997. Sempre Paolo Di Lauro è poi ritenuto il mandante dell’omicidio di Eduardo Cianciulli (il killer fu Fulvio Montanino, poi ucciso nella prima faida di Scampia del 2004), che voleva vendicare la morte del fratello Ciro Cianciulli. Ettore Sabatino deve rispondere dell’omicidio di Giuseppe Balestrieri, altra vendetta per l’omicidio del “Principino”, avvenuto il 18 aprile 1997, e di quello di Gennaro Romano, il successivo 27 aprile. Guido Abbinante, Giuseppe Lo Russo, Maurizio Prestieri, Ettore Sabatino e Raffaele Perfetto sono accusati dell’omicidio di Raffaele Ruggiero e del tentato omicidio di Antonio Ruggiero “Tonino sette botte”, anche questa fu una vendetta per l’agguato al “Principino”. Paolo Di Lauro e Maurizio Prestieri rispondo poi dell’omicidio di Renato Tramontano (altro delitto collegato alla morte di Esposito), avvenuto l’8 giugno 1997. Raffaele Abbinante e Dario De Felice sono infine sospettati dell’omicidio, consumatosi il 17 luglio 1997, di Umberto Zovasco il “polacco”, possibile testimone dell’omicidio di Gennaro Romano. 

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Roma

Caratteri rimanenti: 400

Logo Federazione Italiana Liberi Editori