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Apocalisse dopo gli Europei, il babypistolero a processo

Apocalisse dopo gli Europei, il babypistolero a processo

Agente e genitore feriti nella colluttazione, è giallo sulla seconda arma. Marcello Sorrentino è accusato di duplice tentato omicidio

NAPOLI. Notte di Far West nel centro storico di Napoli in occasione dei festeggiamenti per gli Europei di calcio, le indagini sul caso arrivano a un primo, fondamentale punto di svolta. L’inchiesta che sta cercando di fare luce sui drammatici ferimenti del poliziotto Francescoantonio Alborino e di Giuliano Paparo, per i quali il giovane Marcello Sorrentino è accusato di tentato omicidio, è appena approdata un bivio: concluse le indagini preliminari, la Procura ha ottenuto la fissazione del giudizio immediato che vedrà alla sbarra - fin qui nel ruolo di unico imputato - il 22enne del Borgo Sant’Antonio Abate. Le novità non sono però finite qui: dagli accertamenti è emerso che la rapina di cui Sorrentino si sarebbe reso protagonista, la stessa che ha poi innescato la sparatoria e il doppio ferimento, avrebbe visto il coinvolgimento di altri tre complici che finalmente sono stati identificati: Antonio Sorrentino, fratello del 22enne, Mattia Campanile e Alberto Campanile, anch’essi germani. Per loro è stato però aperto un fascicolo a parte e l’iter giudiziario è ancora in fase di definizione. Le sorti processuali di Marcello Sorrentino, ferma restando la presunzione di innocenza fino all’eventuale condanna definitiva, potrebbero comunque essere tutt’altro che segnate. Se gli indizi di colpevolezza raccolti in merito alla rapina di scooter sembrano fin qui piuttosto schiaccianti, gli sviluppi si presentano ben più aperti in ordine all’accusa di tentato omicidio. Ed è proprio su quest’aspetto che il legale del 22enne del “Buvero”, l’avvocato Giuseppe De Gregorio, imposterà la linea difensiva nelle prossime udienze.

La difesa sembra infatti intenzionata a chiedere un supplemento di indagine, puntando in particolare su alcuni nuovi accertamenti balistici. La linea difensiva, dunque, è che Marcello Sorrentino potrebbe non essere stato l’effettivo feritore delle vittime o comunque non l’unico. Lo stesso 22enne era tra l’altro a sua volta stato colpito da una pistolettata al piede e, sul punto, la difesa sarebbe pronta a dimostrare che quella ferita non sarebbe autoinflitta. Insomma, un giallo ancora lungi dall’essere del tutto risolto. Nella notte brava del dopo ItaliaInghilterra in corso Garibaldi è successo di tutto tra rapine, uno speronamento per vendetta, il tentato omicidio di un poliziotto intervenuto disarmato per bloccare i malviventi e il ferimento del giovane del Borgo Sant’Antonio Abate.

Alla fine in manette era finito Marcello Sorrentino, già noto alle forze dell’ordine ma senza legami con la criminalità organizzata. In questura ha confessato, dopo che gli investigatori della Squadra mobile della questura l’avevano identificato e rintracciato. Mancavano però all’appello i complici, di cui non ha parlato. Il fermo disposto dalla Procura si reggeva sulle immagini della telecamera di un negozio, su un riconoscimento e sull’analisi del sistema “cattura targhe”. Il primo bilancio dell’indagine comprendeva anche il fermo per possesso di pistola e la denuncia a piede libero per tentata rapina e lesioni a carico di Giuliano Paparo, alla guida di una Mercedes che ha investito il motorino con i due rapinatori in sella: Marcello Sorrentino e un complice fuggito a piedi. Il 47enne è il padre di una 18enne alla quale questi ultimi avevano poco prima portato via un Honda “Sh” nuovo di zecca. L’uomo, di Secondigliano, anch’egli ferito a una gamba da un colpo partito nel corso della colluttazione con Sorrentino, era intervenuto per recuperare lo scooter sottratto.

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