Tutte le novità
24 Gennaio 2022 - 07:00
Le indagini sul summit interrotto dalla polizia venerdì in una officina. I tre ras armati pranzavano e discutevano. La pista: un’alleanza tra i gruppi
NAPOLI. Un nuovo asse di malavita si sarebbe creato, o stava per crearsi con buone probabilità di riuscita, tra Pianura, Soccavo e Miano e non è detto che accada comunque. Ne è la prova il summit interrotto venerdì all’ora di pranzo dai poliziotti del commissariato Pianura nell'officina meccanica di un artigiano estraneo a contesti malavitosi, scelta proprio per questo tra i 3 ras sorpresi mentre mangiavano. Non ci si siede a tavola armati se non c’è fiducia o un accordo certo tra i commensali.
I quali presumibilmente avevano con loro le pistole per difendersi da eventuali attacchi di nemici di camorra, senza mettere in conto che invece sarebbero arrivati ad arrestarli 3 servitori dello Stato capaci di gestire al meglio una situazione potenzialmente molto pericolosa. Davanti a piatti in plastica di pennette al pomodoro e cotolette con friarielli, nel piccolo ufficio dell’officina mentre il titolare riparava una macchina per conto loro, si sono trovati Umberto Loffredo detto “Padre Pio”, ras di Pianura che da tempo si è staccato dai Calone; Francesco Scognamillo, nipote del notissimo Antonio Scognamillo “’o parente”, gruppo legato ai Grimaldi di Soccavo; Gennaro Catone, ritenuto dagli investigatori l’alter ego di Oscar Pecorelli “’o malomm” e reggente del gruppo di “Miano di sotto”; Michele Sepe, il meno conosciuto tra i 4 uomini, arrivato a via Montagna Spaccata con Scognamillo.
Si può ipotizzare un’alleanza, già in corso o in procinto di diventare, tra i 3 gruppi di malavita. Sì, per alcuni esperti investigatori, convinti che la riunione non sia frutto di un caso. Il merito dell’interruzione del summit va ai poliziotti della squadra giudiziaria del commissariato Pianura, che hanno interrotto il summit finalizzato a cementare un patto o a trovare nuovi accordi. I poliziotti venerdì non si trovavano per caso in via Montagna Spaccata, ma non immaginavano di compiere un colpo così importante. Sono entrati nell’officina e hanno subito riconosciuto, seduto al tavolino, Umberto Loffredo. I quattro hanno finto indifferenza, ma sembravano nervosi e il controllo si è così trasformato in una perquisizione a carico dei “sospetti” Sono spuntate 2 pistole calibro 7,65 e una calibro 9, tutte con matricola cancellata, 40 cartucce di diverso calibro e un coltello a serramanico con la lama di circa 12 centimetri. La prima arma trovata era di “Padre Pio”, soprannominato così per la barba fluente e la rassomiglianza con il santo. Umberto Loffredo, 51 anni, Gennaro Catone di 41, Michele Sepe di 66 e Francesco Scognamillo, 28enne, tutti con precedenti di polizia, sono stati arrestati per porto e detenzione di armi comuni da sparo e ricettazione e ora si trovano in carcere.
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo