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Bomba a Fuorigrotta, si rafforza l’ipotesi racket

Bomba a Fuorigrotta, si rafforza l’ipotesi racket

NAPOLI. Mentre si cerca di identificare l’uomo che si vede nelle immagini delle telecamere del ristorante, come abbiamo anticipato sul giornale di ieri, gli investigatori con il passare delle ore tendono sempre di più a puntare sull’ipotesi racket. Con una doppia lettura: gli attentatori, mandante ed esecutori, volevano lanciare un segnale al clan Troncone, egemone nella zona “al di là della grotta”, oppure è stato lo stesso gruppo a mostrare i muscoli ai proprietari del locale.

Va sottolineato, e non è una circostanza di minore importanza, che “Dal delicato 1977” ha aperto da poco più di un mese grazie a imprenditori del settore avulsi da ogni contesto equivoco. Poiché hanno dichiarato di non avere ricevuto minacce, e sono degni di fede, l’unica spiegazioni possibile che si sia trattato di una dimostrazione di forza per poi bussare a quattrini partendo da una posizione di forza. Resta però, la domanda su quale organizzazione abbia agito.

A Fuorigrotta sono considerate attive diverse: Troncone a parte, Cesi-Iadonisi, Bianco, Zazo, senza contare gli interessi sul quartiere che hanno le cosche del Rione Traiano e di Bagnoli attraverso alleanze incrociate. Erano le 4 e 20 dell’altro ieri (22 gennaio) quando è scattato l’allarme a Fuorigrotta. Tutti gli abitanti della zona, dalla fine della galleria Laziale all’imbocco di viale Augusto, hanno sentito il forte boato prima dell’arrivo dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine. L’ordigno artigianale era stato piazzato davanti alla pedana in legno attrezzata del ristorante con tavoli e sedie, utilizzata per mangiare all’aperto. Tutto danneggiato, compresi una vetrata, il portone del palazzo adiacente e 2 vetture parcheggiate nei dintorni. Un danno non eccessivo, non tale cioè da impedire al locale di funzionare, ma finalizzato evidentemente a spaventare gli imprenditori. Lo chiariranno le indagini condotte dai poliziotti del commissariato San Paolo.

La seconda pista battuta, molto meno comunque dell’altra, condurrebbe a una ripresa della guerra tra il gruppo Troncone, specializzato in passato nelle estorsioni, e i Cesi-Iadonisi. Considerando la zona, alcuni investigatori ipotizzano un attacco di questi ultimi nella zona d’influenza dei nemici in risposta all’omicidio di Salvatore Capone, fedelissimo degli Iadonisi. Un delitto di camorra che ha aperto clamorosamente il 2022, anche se nei giorni precedenti all’agguato erano stati notati 2 motociclisti armati nella zona del “Serpentone”, in via Leopardi a Fuorigrotta. Probabilmente gli stessi che nella notte di Capodanno hanno ucciso il 42enne nei pressi della sua abitazione, dando continuità all’accelerazione della faida tra i Troncone e i Cesi-Iadonisi. LUISAN

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