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Terremoto tra i vicoli del centro: i due ras di nuovo a piede libero

Terremoto tra i vicoli del centro: i due ras di nuovo a piede libero

Fine pena per i capizona, detective in allarme per il rischio di nuove vendette

NAPOLI. Il debito con la giustizia è stato saldato e il loro ritorno tra i vicoli non è passato inosservato né agli occhi delle forze dell’ordine né a quelli di malanapoli. Salvatore Festa, emergente capozona del Cavone di piazza Dante, e Raffaele Caldarelli, ras delle Case Nuove di piazza Mercato, da pochissimi giorni sono tornati completamente a piede libero. Il primo era reduce, dopo una condanna complessiva oltre a cinque anni, dall’esperienza dell’affidamento in prova, il secondo, che nel curriculum “vanta” condanne per camorra ed estorsione, da quella della casa lavoro. Quelle di Caldarelli e Festa sono due scarcerazioni a dir poco eccellenti, che rischiano di avere un impatto tutt’altro che trascurabile nelle rispettive zone di influenza. Il clan Caldarelli, gruppo storicamente legato ai potenti Mazzarella, potrebbe infatti ulteriormente rafforzare la propria presenza nell’area del Mercato, da sempre teatro di preoccupanti fibrillazioni camorristiche. Raffaele Caldarelli, nonostante i pesanti precedenti penali (una condanna a 5 anni per racket e un’altra a 8 anni per associazione mafiosa) ha però ormai saldato il proprio debito con la giustizia e per questo motivo il tribunale, dando pieno accoglimento all’istanza presentata dal suo difensore, l’avvocato Sergio Lino Morra, ha deciso di revocargli la misura della casa lavoro. Sulla testa del ras delle Case Nuove penderà a questo punto, da qui ai prossimi dodici mesi, la ben più mite libertà vigilata.

Anche tra i vicoli compresi tra via Salvator Rosa e piazza Dante le acque rischiano adesso di farsi assai agitate per via del ritorno a piede libero di Salvatore Festa “’o chicc”, figlio del boss Gaetano. Quella del Cavone, dove insistono numerose piazze di spaccio, soprattutto di marijuana, è ormai da alcuni anni una zona cuscinetto, oggetto di numerose tensioni che, di volta, hanno visto entrare in scena alcuni dei principali clan dei Quartieri Spagnoli e del rione Montesanto. Lo stesso Salvatore Festa in seguito al tracollo dei Lepre, in particolare dopo la scomparsa di Ciro Lepre “’o sceriffo”, si è fatto largo negli affari criminali del quartiere entrando violentemente in rotta di collisione con il gruppo Esposito, di cui un tempo i Festa erano alleati.

«L’organizzazione facente capo a Ciro Lepre “’o sceriffo” e ai suoi fratelli - scriveva il giudice in una delle ultime sentenze inflitte al gruppo Festa - ha continuato a operare sul territorio sotto la guida di Salvatore Esposito (ammazzato in vico Nocelle a Materdei pochi anni fa, ndr), il quale, da mero affiliato, avrebbe poi assunto il ruolo di reggente del clan. Il gruppo si pone in contrapposizione con l’altro sodalizio, egemone ai Quartieri Spagnoli, facente capo ai pluripregiudicati Antonio Esposito, detto “’o figlio d’o pallino”, e Ugo Ferrigno». Nell’ambito di questa escalation Giuseppe Tommasino, pusher di medio calibro, venne rapinato da proprio Salvatore Festa e Salvatore Alfano il 9 luglio 2015 dopo essere andato a trovare Ferrigno nella sua abitazione. Poche ore dopo un complice sparò contro la sua abitazione.

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