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28 Gennaio 2022 - 13:33
La sezione prima bis del Tar del Lazio ha dichiarato la responsabilità del Ministero della Difesa per la patologia sofferta dal maresciallo capo dell'Esercito Giuseppe Lazzari, originario di Torre Annunziata (Napoli), morto il 26 febbraio 2013 a causa di un mesotelioma pleurico. La patologia, secondo i familiari difesi dall'avvocato Ezio Bonanni, sarebbe stata contratta dal militare per la prolungata esposizione ad amianto e altri agenti patogeni nel corso di numerose missioni all'estero.
Il Tribunale amministrativo, non pronunciandosi definitivamente sul ricorso, ha dichiarato la responsabilità del Ministero della Difesa per la patologia che ha causato il decesso del militare e il diritto dei familiari al risarcimento danni. Al fine della quantificazione del danno non patrimoniale, il collegio ha ritenuto necessario nominare un verificatore nella persona del direttore generale dell'Inail, con facoltà di delega a un dirigente o a un funzionario dell'ente con specifica competenza, per provvedere a formulare una proposta di quantificazione del danno biologico e morale sofferto dal maresciallo capo Lazzari.
Il verificatore redigerà una relazione che sarà depositata entro 90 giorni dalla notificazione della sentenza. Per la prosecuzione della trattazione, il giudice ha fissato l'udienza pubblica al 17 giugno 2022, rinviando la decisione sulle spese alla sentenza definitiva. Lazzari è stato impegnato nel 2000 in Kosovo, nel 2003 in Afghanistan, nel 2004 nuovamente in Kosovo, tra il 2005 e il 2007 a più riprese in Bosnia e nel 2008 in Libano.
Nel corso di queste missioni, il militare, impiegato quale supporto infermieristico agli artificieri e si sarebbe spostato con mezzi corazzati nei quali sarebbe stato presente amianto e che raggiungevano aree contaminate da uranio impoverito e da polveri e fibre di amianto. L'esposizione ad amianto si sarebbe verificata anche durante l'attività lavorativo all'Ospedale militare di Chieti, dove il maresciallo capo ha operato fino al 2009 quale infermiere professionale. Nel laboratorio l'amianto sarebbe stato presente nella copertura in eternit di un piccolo locale esterno al laboratorio, dove erano conservati i cosiddetti gas tecnici, nelle condotte delle tubazioni, nelle guarnizioni della caldaia e delle stufe.
Nel 2013 con decreto il Ministero della Difesa aveva negato ai familiari il riconoscimento della dipendenza da causa di servizio e la riconducibilità a particolari condizioni ambientali e operative di missione del mesotelioma pleurico contratto dal maresciallo capo Lazzari e non è stato concesso il riconoscimento delle provvidenze spettanti alle vittime del dovere. La famiglia, con il sostegno dell'Osservatorio nazionale amianto, ha proseguito la propria battaglia ricorrendo per il riconoscimento dello status di "vittima del dovere" al Tribunale di Pescara e successivamente al Tar del Lazio con la pronuncia di riconoscimento della causa di servizio, passata in giudicato il 26 gennaio 2022.
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