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01 Febbraio 2022 - 08:00
Carico di marijuana nascosto in casa, colpo di scena in udienza di convalida: il nipote dei boss va ai domiciliari
NAPOLI. Trovato in possesso di una vera e propria Giamaica domestica, rischiava di andare incontro a una lunga detenzione. Luigi Cuccaro, nipote degli storici boss di Barra e presunto titolare di una base di spaccio al rione Bisignano, si è invece ritrovato agli arresti domiciliari in men che non si dica. Il colpo di scena è maturato ieri mattina al termine dell’udienza di convalida, quando il gip, accogliendo le argomentazioni del legale del 34enne, l’avvocato Michele Basile, ha deciso di concedere all’indagato una seconda possibilità. L’arresto di Cuccaro risale allo scorso fine settimana. Aveva nascosto in una sua abitazione in ristrutturazione e al momento disabitata, in traversa prima Mastellone, ben 1 chilo e 30 grammi di marijuana. Ma la notizia, o semplicemente il sospetto, era arrivata all’orecchio degli investigatori della squadra giudiziaria del commissariato San Giovanni-Barra e della Squadra mobile della questura.
Cosicché è scattato un blitz costato le manette al nipote di secondo grado dei fratelli boss Cuccaro, i famigerati “Cuccarielli” di Barra. Ai polsi di Luigi Cuccaro, 34enne imparentato attraverso la moglie anche con gli Aprea, si sono strette le manette con conseguente trasferimento in serata al carcere di Poggioreale. L’appartamento è intestato a lui e la circostanza rappresentava uno dei perni su cui si fonda l’accusa, ferma restando naturalmente la presunzione d’innocenza fino a eventuale condanna definitiva. È più che conosciuto dagli investigatori che si occupano dell’area orientale di Napoli, ma Luigi Cuccaro non ha condanne a carico per camorra. I poliziotti lo considerano uno che traffica sostanze stupefacenti e così hanno deciso di andare a dare un’occhiata nel rione Bisignano, la zona di Barra in cui si trova l’appartamento nel quale è scattata la perquisizione. Un blitz che per modalità e per il fatto di essere condotto in tandem tra la Squadra mobile della questura, organo investigativo centrale della polizia napoletana, e del commissariato di zona, i cui componenti sono profondi conoscitori del territorio, ha assunto una valenza notevole.
Tanto più che il 34enne fa parte di quei giovani della seconda generazione dei Cuccaro, clan che nel quartiere di Napoli Est continua a essere potente nonostante la detenzione dei boss che l’hanno fondato: Angelo, Michele, Raffaele e Luigi. I poliziotti avevano effettuato un controllo nell’abitazione del “sospetto” in via Traversa Prima Mastellone e qui hanno trovato diverse buste, di diverse dimensioni, con all’interno complessivamente 1 chilo e 300 grammi circa di marijuana, un bilancino di precisione e diverso materiale per confezionare la sostanza. La “roba” era stata depositata in un ripostiglio sotto alcuni giornali, ben nascosta. Ma la perquisizione, che era mirata, non poteva che avere successo. Nonostante l’ingentequantitativo di “erba” recuperato, l’avvocato Basile è però riuscito a dimostrare che gli arresti domiciliari potevano essere sufficienti a garantire le esigenze cautelari. Da qui l’inattesa decisione del gip di scarcerare il 34enne. Il pubblico ministero aveva invece chiesto la custodia in carcere.
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