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02 Febbraio 2022 - 07:00
Caccia al basista che ha aperto al commando il cancello del Parco dei Colombi. Omicidio Di Napoli-Torre, dietro la mattanza l’ultima guerra per lo spaccio
NAPOLI. La chiave del duplice omicidio di lunedì pomeriggio nel rione Don Guanella sta tra Secondigliano e Miano, non altrove, con particolare attenzione delle forze dell’ordine in direzione della Masseria Cardone e della Vanella Grassi. Inoltre, i sicari al seguito delle vittime entrate sulla Punto bianca nel parco privato chiuso da un cancello elettrico sono stati aiutati da qualcuno che ha organizzato la trappola mortale.
Ecco al momento le certezze degli investigatori sulla morte violenta di Pasquale Torre e di Giuseppe Di Napoli, presumibilmente il bersaglio principale dell’agguato. Il movente è da cercare nei traffici di droga che ruoterebbero intorno alla piazza di spaccio della zona, gestita attualmente dal gruppo di “Miano di sopra” cui erano vicini il 47enne e il 34enne. Pasquale Torre, fratello del pentito Mariano e vittima anni fa di un sequestro di persona per vendetta, aveva un solo precedente a carico per rapina. Si esclude che la collaborazione con la giustizia del congiunto c’entri qualcosa e di conseguenza gli investigatori ritengono che il bersaglio principale fosse Di Napoli, conosciuto per droga, seduto al lato del passeggero al momento degli spari. Per i 2 amici comunque sarebbe stato molto difficile scampare alla morte, chiusi com’erano da un cancello elettrico nel parco dei Colombi.
Soltanto se fossero stati armati, ma non lo erano, avrebbero potuto difendersi. Qualcuno, anche da un balcone o una finestra, potrebbe aver visto la tragica scena. Nessuno però si è fatto avanti con i poliziotti della squadra giudiziaria del commissariato Scampia (dirigente Bruno Mandato, sostituto commissario Lorenzo Stabile) accorsi per primi e che conducono le indagini in tandem con la Squadra mobile della questura agli ordini de dirigente Alfredo Fabbrocini.
Se il raggio degli investigatori è limitato all’intera area di Secondigliano, va da sé che nel mirino sarebbero finiti i clan di “Miano di sotto”, Licciardi e “Vinella” mentre nessun indizio porterebbe ai Di Lauro. Così come sarebbe stata già scartata la pista che conduceva all’omicidio di Luigi Giuseppe Fiorillo, figlio di un ras “dilauriano” ammazzato di notte davanti a un circoletto ricreativo a ottobre scorso. In qualche modo invece il duplice delitto dell’altro ieri sarebbe collegato a quello dì Giuseppe Tipaldi detto “Peppe a’ recchia”, anch’egli legato agli ambienti del gruppo di “Miano di sopra” del quale aveva assunto la reggenza tornando libero dopo una lunga detenzione. Erano le 16 e 10 quando l’ultimo sussulto di una delle 3 faide infinite di Napoli ha lasciato a terra senza vita Pasquale Torre, 47enne fratello del pentito Mariano (killer di Genny Cesarano tra l’alro), e Giuseppe Di Napoli, 34, figlio del più noto Carmine detto “Miniello” e parente di Vincenzo e Antonio Di Napoli (cugino e zio). I 2 amici, già conosciuti dalle forze dell’ordine e ritenuti vicini al gruppo di “Miano di sopra”, erano in macchina quando sono sopraggiunti i sicari su uno scooter. Torre è stato trovato riverso sul volante, Di Napoli vicino al cofano: aveva tentato una fuga disperata catapultandosi fuori dall’abitacolo.
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