Cerca

Droga da Napoli a Palermo, l’ultimo narcos si consegna

Droga da Napoli a Palermo, l’ultimo narcos si consegna

Interrogato dal gip, il 26enne di Barra ottiene subito i domiciliari. Latitanza finita per Gianluca Carrotta: si trovava a Malaga

NAPOLI. Sulla sua testa pendeva da quasi due mesi l’accusa di essere il principale referente del gruppo di fornitori di hashish di Napoli Est che a partire dal 2019 avrebbe inviato fiumi di droga al mandamento mafioso di Pagliarelli, a Palermo. Raggiunto a metà dicembre da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere insieme ad altre sette persone, il 26enne Gianluca Carrotta aveva deciso però di dileguarsi nel nulla. La sua parentesi da “uccel di bosco” è giunta al capolinea venerdì scorso, quando il giovane narcos si è consegnato spontaneamente all’autorità giudiziaria dopo alcune settimane trascorse a Malaga. Per lui si prefigurava una lunga detrenzione. Invece il primo colpo di scena ha preso corpo in men che non si dica. Il giudice per le indagini preliminari, al termine dell’interrogatorio di garanzia tenutosi ieri mattina, ha concesso al 26enne il beneficio degli arresti domiciliari, sconfessando di fatto linea della Procura, che avea invece chiesto la custodia in carcere. In quest’ottica si sono dunque rivelate vincenti le osservazioni difensive del legale di Carrotta, l’avvocato Giuseppe Milazzo, il quale ha dimostrato che gli arresti in casa potevano essere sufficienti a garantire le esigenze cautelari. Il presunto narcos di Barra è del resto indagato per un unico episodio di spaccio, in quanto il gip già in precedenza aveva escluso la ben più grave accusa associative.

Preso atto del ridimensionamento del quadro indiziario, il giudice ha così voluto concedere una “seconda possibilità” al 26enne, che a conti fatti è rimasto dietro le sbarre giusto una manciata di giorni. L’inchiesta aveva portato all’arresto di otto narcotrafficanti dislocati tra Palermo, Napoli e alcune località della Calabria. La holding, stando alla ricostruzione della Procura, a partire dal 2019 avrebbe inviato in Sicilia degli imponenti quantitativi di droga, soprattutto hashish e cocaina, grazie a una fitta rete di corrieri e fiancheggiato ri. Il coinvolgimento di Gianluca Carrotta nell’affare salta fuori in via incidentale, quando le forze dell’ordine sequestrano quasi quaranta chili di “fumo” al trasportatore Antonio Ranese. Partono le intercettazioni ambientali e telefoniche, e gli investigatori incappano in alcune conversazioni in cui i capipiazza tirano in ballo il fratello Michele Carrotta, fratello di Gianluca, anch’egli arrestato un paio di anni fa dopo essere stato trovato in possesso di un ingente quantitativo di hashish e cocaina. Da lì all’individuazione del 26enne il passo è stato breve.

Nonostante l’incessante attività investigativa, già il gip, in sede di emissione del provvedimento cautelare, aveva però ritenuto che il giovane barrese non facesse stabilmente parte del sodalizio criminale organizzato dai ras palermitani con base nel quartiere Pagliarelli. Per gli indagati le ipotesi di reato contestate a vario titolo restano quelle di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione e trasferimento fraudolento di beni e valori. Tutte ipotesi di reato aggravate dal metodo mafioso. L’indagine è stata condotta dai militari del Nucleo investigativo dei carabinieri di Palermo. Il sodalizio, con al vertice il reggente del mandamento di Pagliarelli, secondo l’accusa avrebbe contato su un continuo afflusso di stupefacente garantito dalla rete di rifornimento intessuta con altri sodali palermitani, che differenziavano gli interlocutori a seconda del tipo di stupefacente di volta in volta richiesto.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Roma

Caratteri rimanenti: 400

Logo Federazione Italiana Liberi Editori