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04 Febbraio 2022 - 07:00
Il vicino di casa Elpidio D’Ambra martedì ha strangolato Rosa Alfieri: «Assumo droga, ma non l’ho violentata»
GRUMO NEVANO. «Sentivo voci nella mia testa». Una voce che lo ha spinto a strangolare martedì Rosa Alfieri. Punta chiaramente all’infermità mentale Elpidio D’Ambra, fermato nel pomeriggio di mercoledì per l'omicidio di Rosa, la ragazza trovata senza vita nell'abitazione di Grumo Nevano dove l'uomo viveva. La difesa del 30enne ha già fatto richiesta per una perizia psichiatrica per valutare se, al momento dello strangolamento, fosse in grado di intendere e di volere. Il killer, accusato di omicidio volontario, ha negato le violenze sulla 23enne. Ascoltato dagli investigatori del commissariato di polizia di Bagnoli, ha confessato. È stato catturato da due agenti che si trovavano nell'ospedale San Paolo di Fuorigrotta per motivi di servizio.
D’Ambra, che era lì perché aveva accusato un malore dopo una fuga di ventiquattr’ore circa, è stato riconosciuto e bloccato grazie alle foto segnaletiche diffuse dai carabinieri a tutte le forze dell'ordine. In attesa dell’udienza di convalida del fermo per omicidio volontario è piombato nel “classico” stato di sconforto e di confusione. «Chiedo scusa alla famiglia della ragazza» ha detto nel corso dell’interrogatorio condotto dalla polizia e dal sostituto procuratore Patrizia Dongiacomo alla presenza del legale, Dario Maisto. Durante il suo racconto ha anche spiegato che, subito dopo l'omicidio avvenuto nel pomeriggio del primo febbraio nell'appartamento di via Risorgimento a Grumo Nevano, si era intrattenuto qualche minuto con i genitori dei Rosa che erano preoccupati perché non riuscivano a rintracciarla. D'Ambra ha detto di aver chiesto aiuto alla 23enne per comprendere meglio il contenuto di una bolletta della luce, così come aveva fatto in altre occasioni, e di aver poi sentito una “voce nella testa” che gli diceva di ucciderla.
Sulle tracce dell’uomo, raccontano fonti investigative - la polizia è arrivata anche grazie alla testimonianza del tassista che l’ha accompagnato a comprare dei vestiti nuovi. Il tassista, subito dopo aver lasciato il cliente, ha avvertito il 113. D'Ambra, dopo una notta passata a girovagare, mercoledì mattina si era disfatto dei vestiti che aveva indosso e del cellulare. D'Ambra si trova attualmente detenuto nel carcere di Poggioreale, a Napoli, in attesa dell'udienza di convalida del fermo emesso dalla Procura di Napoli Nord. Le indagini sull'accaduto sono comunque ancora in corso. Agli inquirenti l’assassino ha negato di avere fatto delle avances e anche le presunte violenze nei confronti della giovane. Ha ammesso però di essere un consumatore abituale di cocaina, che aveva consumato anche il giorno dell'omicidio. D'Ambra aveva una compagna dalla quale si era separato tempo fa e da allora viveva da solo. Svolgeva saltuariamente lavori di muratura. Attualmente, sempre secondo quanto riferiscono il suo legale e i militari dell'Arma. «Continuava a sentire delle voci da circa una settimana che dopo l'omicidio, - ha spiegato ancora l’avvocato Maisto - si erano fatte più insistenti. Voleva l'aiuto di uno psicologo».
Avrebbe detto di essere confuso, di non «aver compreso tutto fino in fondo ma di essere stato spinto da qualcosa di soprannaturale». Distrutta dal dolore la famiglia della vittima, composta da padre, madre e due fratelli che, al momento, può solo attendere levolversi dell'iter giudiziario. Il loro legale, l’avvocato Carmine Biasiello, ha già annunciato ferma opposizione in caso di incidente probatorio relativamente allo stato di intendere e di volere dell’assassino «Per noi D’Ambra è pienamente capace di intendere e di volere - dice il legale - e lo dimostra tutto ciò che ha fatto dopo l’omicidio, dalla fuga per paura di ciò che aveva commesso al fatto che ha dato le chiavi di casa ad un conoscente ignaro del delitto che poi ha scoperto il corpo con il papàdi Rosa». I familiari della vittima ferventi cattolici, aspettano anche che venga svolta nel più breve tempo possibile l'autopsia che consentirebbe i funerali. L’accertamento, al momento, non è stato ancora fissato. Pur in presenza di una confessione, le indagini dei carabinieri di Giugliano in Campania, coordinati dalla Procura di Napoli Nord (procuratore Maria Antonietta Troncone), non sono comunque concluse, specie per quanto riguarda l’esatta dinamica dell’accaduto. D’Ambra ha negato di aver commesso violenze sessuali ma per chiarire questo punto bisognerà attendere proprio l’autopsia. In ogni caso appare il movente principale. Non sono emersi inoltre testimoni diretti dell’evento. Anche ieri continuato intanto il via vai di persone in via Risorgimento, davanti al palazzo dove Rosa viveva con la sua famiglia e dove, al pian terreno, da due settimane risiedeva anche colui che sarebbe diventato il suo assassino. Una casa, destino beffardo, fittatagli da papà.
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