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04 Febbraio 2022 - 07:54
Un racconto ricco di dolore e rabbia, una dichiarazione resa tra le lacrime agli investigatori.
E’ quella fatta dalla studentessa universitaria di Bari,vittima di una presunta violenza sessuale avvenuta all’interno di un’ambulanza nella notte del primo novembre.
Una storia ricca di dettagli, anche sconvolgenti e imbarazzanti. Lui, l’aggressore, è un paramedico di 36 anni che, invece di soccorrerla e aiutare la giovane, l’avrebbe addirittura violentata, dopo averle somministrato delle gocce.
Il racconto
“Io ero distesa, lui in piedi e con le mani mi toccava le mie parti intime scostando la mutandina. Ero lì bloccata, mi sentivo stordita ed inerme” sono le parole pronunciate della ragazza e riportate da Repubblica. “Ricordo che lui faceva dei versi, quelli che fa un uomo quando è in fase di eccitazione e non ricordo però se diceva qualcosa, i versi però credetemi, li ricordo bene, ribadisco che erano quelli di un uomo molto eccitato. A quel punto chiudevo gli occhi e sentivo che lui si slacciava la cintura dei pantaloni“.
La festa poi la violenza
La storia raccontata dalla vittima parte dall’arrivo alla festa di Halloween al Palaghiaccio di Bari. La donna era con alcuni amici: lei aveva già assunto dell’alcool ed era un po' brilla.
“Raramente assumevo alcool, sarà capitato che andando a qualche altra festa, ho bevuto un bicchiere ma poi mi fermavo. Sarà stata l’euforia della festa di Halloween, la buona compagnia, ed ecco che quella sera ho esagerato” le parole della ragazza.
La vittima sentiva il capo pesante, e senso di vomito e giramenti di testa, così le amiche, spaventate, l’hanno accompagnata in ambulanza. Qui il paramedico, che aveva addosso un giubbino e un pantalone arancione, la fa stendere sul lettino, chiudendo il portellone del mezzo.
La ragazza ha raccontato agli inquirenti che l’uomo le avrebbe toccato il ventre e le avrebbe fatto assumere delle gocce per permetterle di vomitare.
“Non so per quanto tempo sono rimasta appisolata, ma ricordo che poi ad un certo punto mi riprendevo un pochino, aprivo gli occhi e vedevo che quel paramedico che stava lì, mi guardava e con parole semplici mi spiegava che per stare meglio la soluzione era che o vomitavo oppure mi dovevo masturbare” e la testimonianza della ragazza.
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