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06 Febbraio 2022 - 09:07
SAN GIOVANNI A TEDUCCIO L’accordo tra i due clan raccontato dal pentito Umberto “’o lione”. Il ritorno alla grande dei “mazzarelliani” in mezza Napoli e a San Giorgio a Cremano
NAPOLI. È uno dei passaggi più importanti nella storia della camorra di San Giovanni a Teduccio: la ritrovata pace tra i Mazzarella-D’Amico e i Silenzio. Un legame storico che si era sciolto in concomitanza con la rottura tra gli attuali ras del “Bronx” e i Formicola, con questi ultimi che si sono trasferiti in altre zone di Napoli est e nella vicina San Giorgio a Cremano. Le ultime novità sul nuovo accordo tra i 2 clan e il nome di chi lo favorì sono emerse, e quindi sono inedite giornalisticamente, leggendo le dichiarazioni del pentito Umberto D’Amico “’o lione” contenute nell’ordinanza che ha duramente colpito il boss “Francesco”, i fratelli e una quindicina di affiliati. Uno spaccato di camorra che contribuisce a chiarire come si sia realizzato il ritorno alla grande dei “mazzarelliani” in mezza Napoli. «È stato Antonio Marigliano checi convinse a ricongiungerci», ha messo a verbale il giovane ras che circa 2 anni fa decise di pentirsi mettendo a soqquadro l’ambiente malavitoso di San Giovanni a Teduccio. Per poi aggiungere: «Abbiamo avuto negli ultimi tempi alterne vicende con i Silenzio. Finché Gennaro Improta nell’estate scorsa (2019, ndr) non ha insultato “Francuccio” (il boss Francesco Silenzio). Abbiamo così iniziato a spararci a vicenda. Antonio Marigliano ci convinse a ricongiungerci». «“Francuccio” (Francesco Silenzio, ndr)», ha continuato Umberto D’Amico, «aveva un solo nemico, i Formicola. L’omicidio di “Nino D’Angelo”, Annamaria Palmieri, si dice a San Giovanni che lo abbia commesso lui. So che “Nino D’Angelo” andava a prendere le estorsioni per i mercatini per conto dei Formicola. “Francuccio” la fermò e le disse di non andare più a prendere i soldi da portare a Maria, la moglie di Ciro Formicola. Perché altrimenti l’avrebbe ammazzata. Del gruppo di Francesco Silenzio facevano parte Alfonso Silenzio, Antonio Morra, Demetrio Morra, Antonio “’o cerrano”, Di Pede fratello di Vincenzo Di Pede ucciso. Degli omicidi dei fratelli pescivendoli mi fu raccontato da Bernardino Formicola nel carcere di Terni. Mi disse che uno di loro non voleva pagare il “pizzo” sulla droga e andarono lui, Francesco Silenzio e Antonio “’o silano” a sparargli nelle gambe. Ma Antonio si fece prendere la mano e lo uccise. Non ricordo se era andato proprio Bernardino o se l’avesse commissionato». Contemporaneamente i Mazzarella si sono allargati anche a San Giorgio a Cremano, attraverso l’accordo con i locali Formisano, e per un certo periodo anche a Portici, dove però hanno incontrato forti resistenze da parte dei Vollaro, ras storici della cittadina vesuviana. Dopo una serie di “botta e risposta” con omicidi e ferimenti, la situazione è poi tornata tranquilla.
In foto il pentito Umberto D’Amico “’o lione”.
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