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Duplice omicidio di Miano, spunta la pista della cocaina

Duplice omicidio di Miano, spunta la pista della cocaina

LE INDAGINIC’è anche l’ipotesi di un accordo con la malavita di Pianura e di Soccavo. Da chiarire il ruolo delle due vittime, Giuseppe Di Napoli e Pasquale Torre

NAPOLI. C’è una pista alternativa a Secondigliano e Scampia per il duplice omicidio di Miano di lunedì scorso. Conduce all’area flegrea napoletana, in particolare a Pianura e a Soccavo, e la starebbero battendo gli investigatori impegnati nella ricerca di mandanti ed esecutori materiali del clamoroso agguato. Sul movente invece non ci sarebbero dubbi: i prezzi troppo bassi nei traffici di cocaina che uno dei gruppi in guerra starebbe praticando negli ultimi mesi, scelta non condivisa dagli altri. Resta da chiarire il ruolo preciso delle vittime legate a “Miano di sopra”: il 34enne Giuseppe Di Napoli e il 47enne Pasquale Torre. Considerato che il secondo non aveva precedenti per droga, si tende a pensare che il bersaglio principale fosse il più giovane. Negli ultimi mesi sotto attacco è finito soprattutto il gruppo di “Miano di sopra” (ScognamiglioCifrone), presumibilmente da parte di “Miano di sotto” (Catone-Balzano), ma non solo. Tant’è vero che le indagini si starebbero spostando anche nella roccaforte dei Licciardi alla Masseria Cardone e alla Vanella Grassi, quartier generale dei “Girati”, senza però avere finora riscontri attendibili. Cosicché spunta la pista di un’alleanza con la malavita di Pianura e di Soccavo per colpire il clan che gestisce la piazza di spaccio più fiorente di Miano: quello del rione don Guanella. Proprio dove si è verificato il duplice omicidio il 31 gennaio scorso. L’ultimo sussulto di una delle 3 faide infinite di Napoli ha lasciato a terra senza vita il fratello del pentito Mariano (killer di Genny Cesarano tra l’altro), e Di Napoli, figlio del più noto Carmine detto “Miniello”. I due amici, già conosciuti dalle forze dell’ordine e ritenuti vicini al gruppo di “Miano di sopra”, erano a bordo di una Punta Bianca in via Don Guanella, nel parco dei Colombi, quando sono sopraggiunti i sicari su uno scooter. Per il luogo e l’orario dell’agguato gli investigatori più esperti non escludono l’ipotesi di una trappola in cui sarebbero cadute le vittime, fidandosi delle persone sbagliate. L’altro lunedì, dunque, è andato in scena l’ultimo atto di una guerra spietata originata dal declino dei Lo Russo e passata attraverso varie fasi: dalla guerra ai Nappello, eredi dei “Capitoni”, da parte degli “scissionisti”; la lotta tra questi ultimi e un gruppo che a sua volta si rese autonomo; i Cifrone contro i Balzano-Scarpellini: gli Scognamiglio in guerra con gli ex amici di “Mino di sotto”. Se e come nella faida sono entrati anche i Licciardi e i “Girati” è tutto da capire e fa parte degli sviluppi investigativi in corso.

 

_ Le vittime dell’agguato al rione don Guanella Giuseppe Di Napoli e Pasquale Torre

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