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09 Febbraio 2022 - 07:00
Droga ed estorsioni sull’asse Secondigliano-Molise, accuse flop per il capozona dei Sautto
NAPOLI. Racket e fiumi di droga sull’asse Secondigliano-Caivano-Molise, il quadro indiziario si rivela più fragile del previsto e per il presunto ras del clan Sautto, Giuseppe Capocelli, e due suoi fedelissimi scatta l’inattesa scarcerazione. Il tribunale del Riesame di Campobasso ieri mattina, annullando parzialmente l’ordinanza di custodia cautelare emessa a carico dei tre, ha infatti concesso gli arresti domiciliari a Giuseppe Capocelli, difeso dall’avvocato Dario Carmine Procentese, ed Enrico Giuliani, difeso da Antonio Iorio. Obbligo di firma, invece, per l’incensurato Luca Rondinella, anch’egli assistito dall’avvocato Iorio. La vicenda che ha portato alla sbarra i tre presunti aguzzini si è consumata tra l’aprile e il dicembre 2019. È in quel periodo che il capopiazza di Bojano, Domenico Prioriello prende contatti con il clan capeggiato da Gennaro Sautto (nella foto) e stipula un accordo per un maxi-fornitura di cocaina che avrebbe poi spacciato in Molise.
L’affare venne concordato con Mimmo Capocelli, che di lì a qualche tempo sarebbe però uscito di scena dopo essere entrato in rotta di collisione con il cugino Giuseppe Capocelli. Quest’ultimo, stando alla ricostruzione accusatoria, avrebbe preteso l’estinzione di un debito contratto dal cugino Mimmo pretendendo da Prioriello la somma di 50mila euro. Il pusher molisano, nel frattempo passato tra le fila dei collaboratori di giustizia, ha però spiegato al presunto ras che il debito che lui aveva a propria volta contratto con Mimmo Capocelli ammontava in realtà ad appena 4.600 euro, 900 dei quali già restituiti. Giuseppe Capocelli avrebbe però Prioriello prende contatti con il clan capeggiato da Gennaro Sautto (nella foto) e stipula un accordo per un maxi-fornitura di cocaina che avrebbe poi spacciato in Molise.
L’affare venne concordato con Mimmo Capocelli, che di lì a qualche tempo sarebbe però uscito di scena dopo essere entrato in rotta di collisione con il cugino Giuseppe Capocelli. Quest’ultimo, stando alla ricostruzione accusatoria, avrebbe preteso l’estinzione di un debito contratto dal cugino Mimmo pretendendo da Prioriello la somma di 50mila euro. Il pusher molisano, nel frattempo passato tra le fila dei collaboratori di giustizia, ha però spiegato al presunto ras che il debito che lui aveva a propria volta contratto con Mimmo Capocelli ammontava in realtà ad appena 4.600 euro, 900 dei quali già restituiti. Giuseppe Capocelli avrebbe però
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