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15 Febbraio 2022 - 07:15
SAN MARTINO VALLE CAUDINA I militari lo hanno rintracciato a Napoli, dopo tre giorni di latitanza. Il 35enne Salvatore Di Matola fino a poco tempo fa era ai domiciliari. Il fratello nel 2020 ha ucciso Orazio De Paola
SAN MARTINO VALLE CAUDINA. Dopo tre giorni di fuga è stato arrestato a Napoli, dai carabinieri del Nucleo Investigativo del comando provinciale di Avellino, il presunto autore dell'agguato di San Martino Valle Caudina. Si tratta di Salvatore Di Matola, 35enne pregiudicato. L'uomo è ora in custodia dei carabinieri in attesa della decisione del magistrato. Di Matola è ritenuto l'autore della sparatoria avvenuta venerdì scorso e che ha portato al ferimento di Fiore Clemente, uomo di fiducia del clan Pagnozzi e del nipote Giovanni Pacca. Di Matola fino a qualche mese fa era agli arresti domiciliari nel comune di Ceppaloni, poi, dopo aver scontato la sua pena, si era trasferito a Montesarchio. Ricordiamo che il fratello Gianluca, a dicembre scorso, è stato condannato a 18 anni di reclusione per l'omicidio del boss Orazio De Paola. Gli uomini del Nucleo Investigativo coordinati dalla Dda di Napoli sono arrivati all’uomo grazie alle telecamere di sorveglianza. Ora Di Matola, in sede di interrogatorio, dovrà chiarire i motivi dell’agguato. Secondo indiscrezioni, pare che poche ore prima della sparatoria, ha aggredito due ragazzini in un locale di San Martino. Inoltre, tutti erano a conoscenza del rapporto di odio che intercorreva fra i due. L’episodio ha sollevato comunque tanto sdegno per un territorio che a poco meno di un anno e mezzo tendeva a rialzarsi e voltare pagina rispetto a un altro fatto di sangue avvenuto a San Martino, l’omicidio del boss Orazio De Paola. L’attenzione, dunque, resta alta, in settimana il prefetto Paola Spena ha organizzato un comitato per la sicurezza «Il territorio merita attenzione - ha detto- perché la situazione è ancora in evoluzione e la vittima principale ha certamente un suo passato criminale. Sono a stretto contatto col sindaco ci sarà in settimana una ulteriore riunione di comitato. Devo dire che le forze dell’ordine stanno lavorando tanto, c’è una forte pressione dello Stato sul territorio. D’altro canto mi fa piacere che ci sia stata anche la reazione da parte della comunità, cosa fondamentale in un territorio come San Martino dove queste figure criminali sono incardinate da tanti anni e quindi è importante che ci siano i giovani e la comunità intera che reagisce e che vuole e riconquistare in pieno la legalità».
clan pagnozzi,
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