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15 Febbraio 2022 - 19:39
NAPOLI. La preoccupazione per i parenti rimasti in Patria. L’indignazione per chi, come il capo del Cremlino Vladimir Putin, punta a destabilizzare la Nazione. L’appello alla comunità internazionale per una de-escalation. I rappresentanti della comunità ucraina di Napoli, composta da 22mila unità secondo i dati Istat aggiornati al 1 gennaio 2021, vivono molteplici sentimenti in questo periodo teso per la loro Ucraina nella crisi con la Russia a cui si contrappone l’Occidente.
«HO UN FRATELLO CHE VIVE A MOSCA». Oksana Oliynyk, 41 anni, da venti a Napoli dove lavora ed è impegnata come attivista, racconta cosa gli hanno detto dall’Ucraina. «La Russia ha ammassato truppe, 100mila soldati, al confine con la Bielorussia e il Governo ucraino ha dato il permesso a ogni cittadino di dotarsi di un’arma. Anche l’esercito dell’Ucraina si sta schierando e questo non è un buon segno. Con Putin potrebbe succedere sempre la stessa cosa: si abbaia e ci sia allontana, ma prima o poi qualcuno può dare un morso». La sofferenza di Oksana è duplice. «Mia nonna materna e mia nonna paterna sono russe, ho un fratello che vive e lavora a Mosca - racconta la donna -. I nostri popoli hanno sempre avuto rapporti tra loro e sapere di queste contrapposizioni crea dolore». La Oliynyk non nasconde la sua indignazione. «In Ucraina in realtà un conflitto già c’è: a Lugansk, a Donetsk, in Crimea si combatte dal 2014. Forse ora se ne parla perché la possibile guerra potrebbe riguardare in qualche modo anche l’Europa».
«PAURA A EST». Kristina ha 31 anni, studia Letteratura e Lingua Comparata all’Orientale e chiarisce come il grado di tensioni vari a seconda dell’area dell’Ucraina. «Io vengo da Ovest, da Ternopil. Ho parlato con miei parenti che sono lì e la preoccupazione è minore». Diverso il sentimento di chi vive ince nella zona Est dell’Ucraina, dove si trovano le due autoproclamate Repubbliche filorusse di Lugansk e Donesk attraverso referendum non riconosciuti da buona parte della comunità internazionale. «In questo caso la paura è maggiore visto il conflitto cominciato 8 anni fa».
«CLIMA TESO». «I miei parenti mi raccontano di un clima teso, anche se non credo che la Russia voglia arrivare sino a Kiev», dice il 26enne Igor Drochak studente e in Italia dal 2003.
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