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18 Febbraio 2022 - 07:46
La banda di corso Meridionale tradita delle telefonate: «Le guardie sanno tutto». Colpo da 33mila euro, tra i tre arrestati i militari Antonio Vigorito e Andrea Tiglio
NAPOLI. «Io finora non ho parlato, ma se devo parlare dico la verità. Che poi lo sanno, le guardie sanno tutto, un anno e mezzo di indagini... non hanno fatto stronzate dietro a noi». Era il 29 maggio 2020 quando ad Anna Candone, indagata per una rapina anomala avvenuta all’esterno dell’ufficio postale di corso Meridionale, sfuggì a telefono con un’amica l’affermazione che convinse i poliziotti della Squadra mobile di essere sulla strada giusta.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti a gennaio 2019 in 6, tra cui 2 carabinieri in servizio a Casoria, si erano messi d’accordo per compiere un colpo ai danni di un pensionato. Il piano riuscì e fruttò ben 33mila euro tra contanti e assegni, ma dalla targa di una Fiat Punto utilizzata dai militari gli inquirenti hanno risolto il caso e ieri mattina sono scattati 3 provvedimenti restrittivi mentre gli altri sono indagati a piede libero. Per tutti va sottolineata la presunzione d’innocenza fino all’eventuale condanna definitiva. In carcere sono finiti gli appuntati scelti dell’Arma Antonio Vigorito, 48enne originario di Napoli, Andrea Tiglio, 36enne di Santa Maria Capua Vetere, e Alfonso Liquore, 35 anni, di Casoria, gestore di una pizzeria.
Mentre sono indagati a piede libero, dopo che il gip ha respinto la richiesta della procura di arresti domiciliari, Anna Candone, Raffaele Acampa e Vincenzo Giordano. I due militari sono accusati di aver materialmente eseguito la rapina con uno stratagemma: hanno finto un controllo, hanno identificato i 2 complici basisti (Candone e Acampa) che erano insieme alla vittima in corso Meridionale e poi hanno fatto salire sulla loro macchina il pensionato, prendendogli i soldi prelevati alle Poste poco prima e lasciandolo a piedi nel sottopasso del Centro Direzionale. «Deve raggiungerci alla caserma dei carabinieri di Torre del Greco», gli avrebbero detto per poi sparire. Nelloa città del corallo ovviamente non ne sapevano nulla. Secondo l’accusa il colpo era stato organizzato qualche giorno prima nella pizzeria di Liquore a Casoria mentre Vincenzo Giordano avrebbe prestato la sua autovettura a Vigorito e Tiglio, senza immaginare che le immagini delle telecamere dell’Equitalia al Centro Direzionale avrebbero ripreso la targa dando il via a una lunga indagine condotta dai poliziotti della sezione Criminalità diffusa della Mobile di Napoli (dirigente Alfredo Fabbrocini, vice questore Luigi Vissicchio). Investigatori che hanno stretto il cerchio intorno ai carabinieri attraverso interrogatori degli altri indagati e una seri di intercettazioni. I reati ipotizzati sono concorso in rapina e, solo per i militari, sequestro di
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