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20 Febbraio 2022 - 07:00
Tensione tra corso Secondigliano e via del Cassano, caccia all’aggressore
NAPOLI. Notte di violenza e vendette a Secondigliano, dove in 2 fasi sono stati presi di mira da un uomo i familiari e gli amici di Vincenzo Maione, attualmente detenuto a Nuoro. L’aggressore, armato di una bottiglia ha inveito in più riprese contro quest’ultimo e in una colluttazione avvenuta davanti a un bar sul corso principale del quartiere è rimasto ferito dalle schegge di vetro Giovanni S., poi curato in ospedale. Ma le offese dello sconosciuto erano rivolte esclusivamente al ras del “Perrone”: intorno all’una (nella notte tra venerdì e sabato) infatti sotto l’abitazione della famiglia si sono vissuti altri minuti di forte tensione con urla e parolacce. Poi la fuga del protagonista dei disordini, per la cui individuazione sta lavorando la polizia. Il movente starebbe in una vicenda risalente a più di un anno fa. L’aggressore è entrato in azione tra corso Secondigliano e via del Cassano, inveendo prima davanti a un bar al cui interno c’erano persone vicine a Vincenzo Maione e poi sotto l’abitazione dei genitori del ras arrestato ad aprile dell’anno scorso per concorso nel tentato omicidio di Gennaro Casaburi “’o tramont”.
Dal locale hanno risposto alle offese e si è verificato all’esterno un parapiglia nel quale è rimasto coinvolto Giovanni S., ferito alla testa in maniera leggera dai cocci di una bottigliata. Mentre invece nella seconda parte della vicenda non ci sono stati contatti fisici. Era aprile 2021 quando si chiuse il cerchio delle indagini per il ferimento di Gennaro Casaburi, 43enne vittima di un agguato il 20 dicembre 2020 in via Monte Faito a Secondigliano. Secondo l’accusa furono in 4, guidati dal ras emergente Vincenzo Maione, a sparare alle gambe con ben 9 proiettile al parente dei Rispoli e degli Angrisano. Ma il movente non stava in una guerra tra gruppi malavitosi, tutti comunque nell’orbita dei Licciardi, bensì in contrasti personali che costrinsero la vittima a trascorrere il Natale in ospedale. La vittima aveva fatto da paciere durante un litigio tra gli altri e gli agenti di una Volante nel corso di un controllo: circostanza che fece scattare la vendetta qualche tempo dopo.
Con una scusa Giovanni Mancini andò a prenderlo in auto e lo portò dai complici. Le indagini (condotte dai poliziotti della squadra mobile della questura di Napoli e del commissariato Secondigliano) condussero all’esecuzione degli arresti di Giovanni Mancini, 28 anni, e Massimo Molino, 47. Mentre erano già detenuti dal gennaio precedente per la stessa vicenda Vincenzo Maione detto “’o Maione”, 27enne, e Orlando Di Maio, 30 anni. I reati ipotizzati a carico dei 4 indagati (da considerare innocenti fino a eventuale condanna definitiva) sono di concorso in lesioni personali gravissime, porto e detenzione illegale di arma comune da sparo e resistenza a pubblico ufficiale, aggravati dal metodo mafioso.
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