Cerca

Criminalità, 43 arresti. Gli "stipendi" settimanali degli affiliati al Clan Bitonto

Criminalità, 43 arresti. Gli "stipendi" settimanali degli affiliati al Clan Bitonto

 A Bitonto, in provincia di Bari, era presente e attivo uno dei più organizzati gruppi di spaccio di droga della Regione strutturato come una vera e propria azienda i cui affiliati ed esponenti venivano remunerati per il loro lavoro con somme settimanali paragonabili a veri e propri stipendi.

E' quanto hanno accertato gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Bari e del commissariato di Pubblica sicurezza che oggi, su disposizione del gip del tribunale e con il coordinamento della Procura della Repubblica/Direzione distrettuale antimafia, hanno arrestato 43 persone con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, con l'aggravante mafiosa (articolo 416 bis del codice penale).

Sono ritenute legate o esponenti del clan Conte. Le indagini, arricchite dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, si sono avvalse di numerosissimi riscontri effettuati sul territorio, con sequestri di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, armi e munizioni ed arresti in flagranza di reato. E' stata fatta luce anche sugli episodi violenti più significativi (in particolare quelli relativi al periodo di lotta violenta e senza quartiere contro il clan rivale dei Cipriano) che, però, sono oggetto di altri procedimenti. Il dato più importante dell'inchiesta è l'estrema e preoccupante organizzazione, di tipo aziendale, del gruppo criminale. 

PIAZZE DI SPACCIO, GLI "STIPENDI SETTIMANALI"

Nelle piazze di spaccio, dove si lavorava in turni articolati nell'arco delle 24 ore, per ogni settimana spettavano: dalle 300 alle 500 euro per le vedette, considerata una attività a basso rischio (come emerge dalle intercettazioni, anche se venivano individuati dalla Polizia e dalle forze dell'ordine non c'erano prove materiali del loro coinvolgimento); 1.000 euro allo spacciatore di stupefacenti che, in possesso del borsone zeppo di stupefacenti, si occupava della vendita al dettaglio e monitorava il sistema di videosorveglianza; 1.500 euro alle guardie armate dislocate sui tetti con il compito di difendere la roccaforte dalle altre organizzazioni criminali; 1.500 euro al responsabile della piazza che si occupava anche dei rifornimenti, per il quale, a seconda della buona gestione della piazza, poteva giungere un 'bonus' mensile fino ai 5.000 euro. 

L'organizzazione annoverava anche i 'custodi della droga', i 'custodi del denaro', gli 'steccatori'  ed i 'corrieri'; ed ancora i referenti per la contabilità (rinvenuta e sequestrata dagli investigatori). Ognuno percepiva un suo stipendio tanto che, ogni venerdì, nella sede principale dell'organizzazione in via Pertini, protetta da porte blindate, il capo in persona, individuato dalle indagini in Domenico Conte, provvedeva a consegnare la retribuzione per il lavoro prestato. 

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Roma

Caratteri rimanenti: 400

Logo Federazione Italiana Liberi Editori