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22 Febbraio 2022 - 07:00
Manufatti abusivi nel rione, sotto inchiesta anche la suocera del super boss
NAPOLI. Non è dato sapere se siano state il frutto di innocua devozione o, piuttosto, di becera arroganza mafiosa. Di certo, almeno per gli inquirenti che hanno lavorato al caso, erano un abuso edilizio e per questo motivo ieri mattina i carabinieri del nucleo Investigativo di Napoli e gli agenti della polizia locale hanno sottoposto a sequestro ben undici edicole votive dislocate tra l’Arenaccia, i Ponti Rossi e il “Buvero”. A finire nel mirino dell’inchiesta, neanche a dirlo, è stato ancora una volta il gruppo egemone tre San Carlo all’Arena e la Ferrovia: il clan Contini. Sono infatti ben dieci gli indagati per la vicenda, tutti da tempo ritenuti al vertice dell’organizzazione o quantomeno conniventi. Dalla lettura del decreto di sequestro emesso dalla Dda si scopre infatti che per i “mausolei” sospetti sono indagati Carmela Aieta, 60 anni, Maria Aieta (moglie del boss Edoardo Contini), 70 anni, il ras Ettore Bosti (figlio del boss Patrizio Bosti, 42 anni, Vincenzo Cardillo, 55 anni, Antonio Cristiano, 56 anni, Gennaro De Luca, 58 anni, Angelo Gotti, 47 anni, Antonio Granato, 39 anni, il ras Pietro Licciardi, 63 anni, e Anna Maglieri, 88enne madre di Maria Aieta e suocera di “’o romano”.
Le indagini sono partite in seguito al sequestro di un trittico di statue del Seicento raffiguranti la Madonna del Rosario con il Bambino, San Domenico e Santa Rosa precedentemente asportate dalla Chiesa del “Rosariello”. Le statue, come rivelato da una fonte confidenziale, erano state abusivamente collocate nel cortile del condominio in cui vivono le sorelle Aieta, in via San Giovanni e Paolo.
Da qui in avanti l’inchiesta ha fatto il proprio corso ed è emerso che gli undici manufatti, edificati in luoghi ed epoche diverse, ma accomunati dalla destinazione alla strumentale celebrazione di figure criminali, erano stati costruiti occupando abusivamente il suolo pubblico, in alcuni casi anche attraverso il danneggiamento di beni di interesse storico e archeologico, come nel caso dell’edicola votiva apposta su una colonna portante del tratto di acquedotto romano dei Ponti Rossi. Andando nel dettaglio del blitz, l’intervento di carabinieri e vigili è avvenuto in via Sant’Antonio Abate 238 (manufatto riconducibile ad Antonio Cristiano, affiliato di spicco dei Contini), via Cavara (manufatto riconducibile a Pietro Licciardi), piazza Gravina (edicola votiva riconducibile a Ettore Bosti “’o russo”), via Arenaccia 283 (edicola votiva riconducibile a Maria Aieta), calata Capodichino (edicola votiva riconducibile a famiglia Correale), via Nicola Nicolini (edicola votiva riconducibile ad Angelo Gotti), via Generale D’Ambrosio (abitazione più edicola votiva riconducibile a Gennaro De Luca, presunto reggente dei Contini), via Filippo Maria Briganti (edicola votiva riconducibile a Bosti jr), via Lorenzo Giusso (edicola votiva riconducibile a Carmela Aieta, madre di Giuseppe Maglione, uomo vicino ai Contini), via Catapano (edicola votiva riconducibile alla famiglia di Vincenzo Granato) e via Onorato Fava, al rione Amicizia (edicola votiva riconducibile a Vincenzo Cardillo “’o ferraro”, ritenuto affiliato al clan Contini). Nel complesso sono stati oltre 50 i manufatti oggetto di indagine
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