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23 Febbraio 2022 - 17:46
Santa Rita da Cascia è certamente una tra le sante più amate e conosciute nel mondo, le testimonianze dei miracoli avvenuti grazie alla sua intercessione sono state numerose.
Ed è così che è stata proclamata dal popolo dei fedeli “santa dei casi impossibili”. Oggi vogliamo raccontarvi un miracolo davvero sorprendente di cui sicuramente non siete a conoscenza.
La commovente storia di Giorgio
All’età di nove mesi, nel lontano 1944, mi ammalai di enterite. A quell’epoca, quando la seconda guerra mondiale era in pieno svolgimento, non si trovavano i farmaci per curare tale malattia.
Molti bambini della mia zona morirono; io ero sulla stessa strada, dato che, da come raccontava la mamma, da una decina di giorni, bevevo solo poche gocce di latte.
Ormai presa dalla disperazione, la mamma, devotissima a Santa Rita, pensò di affidarmi a lei e iniziò la Novena facendole le promesse che, in caso di guarigione, mi avrebbe portato a Cascia a fare la Prima Comunione.
Al terzo giorno di Novena, sognò che stavo affogando nel bottaccio del mulino ad acqua, antistante la nostra casa; non sapeva cosa fare perché,
se si fosse buttata in acqua per tentare di salvarmi, rischiava di affogare anche lei, così sarebbero rimaste sole le due sorelle.
Ad un tratto vide che, nuotando, un cagnolino bianco si avvicinò a me, mi prese per il collo e mi portò a riva dove, ad aspettarmi, c’era Santa Rita vestita di bianco.
Mia madre, presa dallo spavento, si svegliò, corse al mio lettino ed osservò che dormivo tranquillo; da quella notte le mie condizioni fisiche migliorarono fino alla completa guarigione.
Il 15 agosto 1954, mantenne la promessa fatta, mi portò a Cascia, nella Basilica, per fare la Prima Comunione.
Per me fu un’emozione fortissima; da quel giorno ho sempre mantenuto nel cuore Santa Rita, dalla quale, ne sono certissimo, non mi allontanerò mai.
(Testimonianza pubblicata sul n. 2-2012 di Dalle Api alle Rose)
Perché Santa Rita è la santa dei casi impossibili?
A chi di noi è capitato di ritrovarsi in una situazione drammatica dalla quale sembrava impossibile uscire e tornare di nuovo a sorridere? Siamo sicuri che almeno una volta, questa spiacevole situazione, sia capitata ad ognuno di noi.
E’ in questi casi che di solito si fa ricorso alla preghiera, anche se, per questo particolare tipo di situazione ci si rivolge solitamente alla santa dei casi impossibili, Santa Rita da Cascia.
Ma perché Santa Rita da Cascia è considerata da tutti come la santa dei casi impossibili?
Proviamo a ripercorrere la vita della santa per capire come mai venga considerata come la figura di riferimento alla quale rivolgersi quando si ha a che fare con delle cause che sembrano impossibili da risolvere.
La vita di Santa Rita
Nata a Roccaporena (Cascia) nel 1381, figlia unica, Margherita Lotti coltivava fin da giovane il sogno di consacrarsi a Dio.
Tuttavia i suoi genitore vollero che si sposasse fu così che fu destinata al matrimonio con un uomo violento, Paolo che la sottoponeva a violenze e minacce continue. Ma Rita non si arrese mai a questi soprusi, armata di pazienza e di amore riuscì a cambiare l’uomo. Dopo ben 18 anni di matrimonio l‘uomo le si gettò ai piedi chiedendole scusa per male fatto promettendole una nuova vita. Nel frattempo Rita aveva anche avuto due figli con l’uomo.
La tranquillità, però, non durò a lungo: avendo avuto cattive frequentazioni in passato, che non apprezzavano la sua redenzione, Paolo finì pugnalato. Il dolore di Rita fu immenso: tuttavia si rifiutò di fare i nomi degli assassini e si rifugiò nella fede, decidendo di perdonarli.
Poi, vedendo i figli colmi di rancore e intenzionati a fare giustizia al padre da soli, piuttosto che vederli insanguinarsi le mani, pregò Dio affinché li facesse morire. Di lì a poco in effetti i due figli di Rita e Paolo si ammalarono e morirono.
Dopo aver convinto la famiglia del marito a non vendicarsi, ed oramai rimasta sola, decise di seguire il desiderio giovanile entrando nel monastero dell’Ordine di Sant’Agostino a Cascia dopo essere stata rifiutata per ben tre volte dove vi morì nel 1447 (o forse nel 1457), non prima però di aver ricevuto in dono le stigmate.
Durante il venerdì santo del 1432 infatti, una spina del crocifisso di Gesù le si conficcò in fronte provocandole una ferita purulenta che la costrinse a vivere ritirata nella sua stanza al monastero per 15 anni.
La leggenda vuole nel momento in cui morì la sua piaga si trasformasse in un rubino rosso, emanante un profumo delicato di rose.
Da allora, rivestito con l’abito dell’ordine di sant’Agostino, il suo corpo riposa mummificato in una bara di vetro nella basilica di Cascia a lei dedicata ed è ancora intatto.
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