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23 Febbraio 2022 - 19:34
«Oggi, 23 febbraio 2022, la Questura di Napoli ha inviato un comunicato che fa riferimento a un omicidio avvenuto a Napoli il 14 febbraio. Non uno scippo o la truffa delle tre carte, ma un fatto di cronaca di grande rilevanza è stato tenuto nascosto per quasi dieci giorni. È la rappresentazione plastica di quanto l'accentramento nelle mani del Procuratore può determinare il controllo sull'informazione giudiziaria con gravi conseguenze sulla libertà di stampa». Così in una nota il Sugc, sindacato unitario dei giornalisti campani.
«Questa situazione è stata determinata prima da provvedimenti autonomi della Procura, che hanno ribaltato completamente il rapporto tra la fonte e il giornalista. È vero che esistono dei limiti per l'informazione, ma deve essere il giornalista ad applicarli in base alle norme e alla deontologia professionale. Nel momento in cui è la fonte a limitare e filtrare le informazioni si applica un controllo assolutamente non accettabile sul diritto dei cittadini ad essere informati» prosegue il Sugc.
«La situazione adesso è resa ancora più complicata da quanto stabilito dal decreto legislativo (188/2021) sulla presunzione di innocenza, una norma necessaria per l'adeguamento alla direttiva europea ma per la quale sono state inserite aggiunte del tutto estranee al dettato europeo che finiscono per limitare la libertà di stampa. Il Sindacato unitario giornalisti della Campania ha evidenziato con preoccupazione questo rischio a più riprese e invita il ministro, come già ha fatto il Sindacato dei giornalisti veneti, ad aprire subito un tavolo con Federazione nazionale della Stampa italiana e Ordine dei giornalisti», conclude la nota.
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