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01 Marzo 2022 - 14:43
L'Azienda ospedaliera Cardarelli di Napoli è tra i 5 centri d'eccellenza in Italia, e tra i migliori in Europa, per il trattamento dell'ictus. Il pronto soccorso diretto dalla dottoressa Fiorella Paladino e il Neuro Team guidato dai dottori Mario Muto e Vincenzo Andreone hanno ricevuto l'Oro nel programma di monitoraggio europeo "Angels Awards", riconoscimento conferito dalla European Stroke Organisation per monitorare il miglioramento degli ospedali nel trattamento degli ictus in fase acuta.
«Un premio che ci rende molto orgogliosi - sottolinea il direttore generale Giuseppe Longo - nonostante le tante criticità legate al Covid il Cardarelli non ha mai ridotto l'attività nell'ambito dell'emergenza-urgenza, che resta un punto d'eccellenza di questa azienda ospedaliera». Nel 2021 sono stati 350 i trattamenti endovenosi ed endovascolari per stroke ischemico, con un tasso di disabilità che negli anni è calato dall'85% al 45% dei casi.
«A questi pazienti - ricorda il direttore sanitario Giuseppe Russo - viene assegnato un codice rosso, immediatamente si attiva il team Neurologo-infermiere di Stroke unit per la valutazione dei sintomi e dell'idoneità al trattamento, viene subito fatta una Tac dell'encefalo con studio dei vasi cerebrali e quindi inizia il trattamento direttamente sul lettino della Tac. Dove necessario, altrettanto velocemente viene fatta una valutazione anestesiologica e inizia il trattamento endovascolare da parte del Neuroradiologo interventista».
Dopo il trattamento, il paziente viene ricoverato in Stroke unit, unità semintensiva a guida neurologica composta da personale altamente specializzato nella gestione del paziente con ictus, che consente di ridurre significativamente l'indice di disabilità e mortalità. Al Cardarelli di Napoli i tempi di attesa media per un trattamento di trombolisi endovenosa è di 35 minuti e 75 minuti per la trombectomia meccanica, addirittura migliori di quanto suggerito nelle linee guida internazionali.
«In oltre la metà dei pazienti trattati - dicono Muto e Andreone - assistiamo ad un completo recupero dell'indipendenza e dell'autonomia, riducendo l'impatto familiare, sociale ed economico di una patologia devastante come l'ictus cerebrale. Ciò su cui si deve lavorare per migliorare ancora è la fase pre ospedaliera, così da ridurre ancor più il tempo che intercorre tra i primi sintomi e l'arrivo in pronto soccorso».
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